In ordine Cronologico
Destinazione e meta per chi ama l’arte, la cultura culinaria, le visite e le degustazioni in cantina, nonché meta per una natura straordinaria, il Sudafrica raccoglie molte delle vostre passioni e le unisce in un unico ed armonioso territorio.
Solo tre secoli e mezzo di storia legata alla cultura del vino di questo paese, che con il “contributo coloniale” di alcuni di noi Europei, ha poi sviluppato una sua identità espressa in vini e zone vitivinicole eccellenti.
Dal 1652 con la Compagnia delle indie Orientali Olandese ha inizio una serie di eventi che diedero importanza a cibo e bevande, con lo scopo principale di creare una produzione per soddisfare i mercantili in rotta verso l’Oriente; svariati furono i tentativi degli olandesi di diffondere la coltivazione della vite, che purtroppo non portarono risultati soddisfacenti inizialmente; un primo risultato di tutto rispetto fu la produzione di vino nella zona di Stellenbosch, nome che deriva da Simon Van Der Stel che impiantò il primo vigneto nella sua tenuta a Constantia.
Nel 1800 ci fu una decisa ripresa del mercato del vino durante l’occupazione britannica e durante la guerra tra Inghilterra e Francia, che permise di rivalutare i vini sudafricani sul mercato internazionale, portando la produzione vinicola da 500 mila a 4 milioni e mezzo di ettolitri all’anno, in meno di mezzo secolo.
Con l’arrivo della fillossera e la guerra anglo-boera ci fu un ulteriore declino, ma la grande svolta avvenne nel 1990 con il rilascio di Nelson Mandela, che pose fine all’apartheid e diede un grande contributo affinché si passasse ad uno stato democratico.
Ci fu così un periodo di forte crescita per buona parte dei settori economici del paese, compreso quello vitivinicolo, che videro la fine degli embarghi internazionali nei confronti del Sud Africa, e permise di aprire nuovi sbocchi sui mercati mondiali acquisendo così nuove e moderne tecnologie in campo enologico ed agronomico.
Scarsità di cloni, vitigni poco resistenti e non di altissima qualità portarono i viticoltori a risolvere problemi in vigna prima e del territorio poi, andando ad acquisire moderne tecnologie di vinificazione, maturazione ed affinamento derivanti dai paesi più all’avanguardia nel settore come Francia e Italia.
Oggi il settore vitivinicolo è il risultato di molti sforzi politici e sociali e anche frutto di investimenti importanti da parte di rinomate aziende vitivinicole, con lo scopo di valorizzare questa terra e i suoi frutti.
Dalla “Città Madre”, alla Route 62: la strada del vino
Con le sue vaste montagne, le dolci colline, la vegetazione autoctona e le vigne lussureggianti e verdeggianti tagliate da fiumi tortuosi o baie incontaminate, non c’è dubbio che il Sudafrica sia la patria di alcune delle regioni vinicole più belle del mondo.
Città Madre
Voliamo a Città del Capo, da qualsiasi parte del mondo e ci troviamo, giungendo a quella che chiamano la “Città Madre”, con una posizione particolarmente scenografica ed un contesto naturale estremamente unico: ci troviamo infatti all’estremità dell’Africa meridionale, Cape Town assorbe tutte le culture dalle più europee olandesi, francesi, inglesi, ma anche orientali malesi, ed infine quelle delle popolazioni autoctone. Un miscuglio di diversità tutto da scoprire.
“Città Madre” perché si trova sulla costa, regione vitivinicola chiamata Costal Region, è la seconda città più grande del Sudafrica.
Se prendiamo la funivia che giunge alla Table Mountain possiamo ammirarla in tutta la sua bellezza e diversità dall’alto.
Connubio di arte, gastronomie locali e vigneti che partono da qui e si dirigono verso nord-est attraversando l’altopiano Boland, il Cape Winelands nella celebre strada del vino: Route 62.
Route 62
La Celebre Route 62, la più lunga strada del Vino al mondo, passando attraverso cittadine straordinarie come Oudtshoorn, Langkloof o Robertson, e aree vitivinicole di pregio.
In generale quasi tutta la produzione di vino in Sud Africa si concentra nella zona Ovest, Western Cape, suddivisa a sua volta in macro regioni: Costal Region, il clima moderato/caldo, con abbastanza precipitazioni in inverno, ed in alcune zone, la presenza di venti freddi in arrivo dalle montagne circostanti, rendono questa zona particolarmente vocata; Breede River Valley ed Olifant River, dove tra le varietà più coltivate a bacca bianca sono ben presenti, qui la produzione di Chenin Blanc è la maggiore;
Infine Cape South Coast, piccola, ma mostra alcune delle più alte potenzialità per vini di grande qualità da climi freddi, come Pinot Nero, Chardonnay e vini sparkling, soprattutto nella zona di Elgin.
Nella Costal Region troviamo zone come Stellenbosch, Paarl e Costantia dove in quest’ultima la Wine Route, è la più antica Strada del Vino del paese, ed ospita alcune delle tenute più famose della zona quali Groot Constantia, Klein Constantia e Buitenverwachting.
L’area di Stellembosh è rinomata per la produzione di vini rossi di eccezionale qualità (“outstanding”) come ad esempio lo stile bordolese (Merlot-Cabernet), elegante e dai profumi straordinari, più in stile “vecchio mondo” proveniente dall’Italia o dalla Francia: con note di ribes nero cacao pepe verde, tabacco e scatola di sigari; o ancora Pinotage (Pinot Noir e Cinsault), leggero con note di frutta rossa, oppure, quando si tratta di coltivazioni con vecchie viti ad alberello, uno stile più robusto e complesso, dalle note ricche di frutti di bosco e spezie; o ancora la produzione di Syrah che nella parte più calda di quest’area regala vini ricchi, succosi, con elevata alcolicità, e note di frutto di bosco scuro maturo.
Paarl invece meno esposta dall’influenza oceanica, con temperature elevate in estate tende a regalare corposi e generosi vini rossi; perciò, se volete visitare la strada vinicola più antica del paese, cercate la “Red Route” dove è concentrata l’attenzione verso la produzione di Shiraz, Cabernet Sauvignon, Porto e Pinotage.
Constantia invece è il distretto con le più antiche vigne del Capo, sempre degne di un piccolo tour, giace ai fianchi orientali della Table Mountain, e le vigne risentono dell’effetto rinfrescante del Cape Doctor, vento estivo che arriva da sud-est, quest’area regala straordinari bianchi prodotti da Sauvignon Blanc e Semillion, esso è anche uno dei distretti più rinomati per la produzione di vini dolci.
Vin de Constance vendemmia tardiva di uve Muscat, con aromi complessi di marmellata, zenzero e pompelmo, corposi, freschi, con tipica salinità, acidità, sentori speziati e dolcezza bilanciate perfettamente, vale la pena provarlo.
Breede river è nota soprattutto per la sua produzione di vini rossi ricchi, concentrati e con un frutto molto corposo e strutturati. Il suolo della regione è estremamente ricco di ardesia e calcare. Questo conferisce ai vini una qualità elevata, una sapidità inconfondibile che aggiunge complessità al prodotto finale.
Il segreto meglio custodito della Breede River Valley è il villaggio di Greyton. Questo pittoresco villaggio è considerato tra i più belli del Sud Africa. Greyton è annidato in una conca nella catena montuosa Riviersonderend.
Due importanti distretti che meritano un “giro enologico” sono Robertson e Worchester; la prima dichiarata come “Valle delle vigne e delle rose”, con terreni ricchi di calcare in alcune zone, ed a lungo apprezzati per la produzione di spumanti e vini bianchi.
Le varietà a bacca bianca più coltivate: Colombard (conosciuto localmente come Colombar, tradizionalmente utilizzato come vino base nella distillazione del brandy), Chardonnay, Chenin Blanc e Sauvignon Blanc, seguite da vitigni e bacca rossa come Cabernet Sauvignon e Shiraz per i rossi; mentre Worcester è la più grande città produttrice di vino in tutti i distretti all’interno della Valley.
Infine, scendendo a circa un’ora a sud-est di Città del Capo, si trova un piccolo distretto in alta quota che offre una produzione straordinaria nonostante sia la patria di soli 700 ha di vigneti: Elgin, nelle montagne dell’Olanda degli Ottentotti, nome dato dagli Olandesi ad una popolazione locale, che si trova a circa 350 metri sul livello del mare.
Suoli ricchi e generosi, la vicinanza di False Bay con le brezze oceaniche contribuiscono a un clima temperato e creano un ambiente marittimo unico, ideale per varietà di clima fresco che potrebbero non prosperare in altre aree della produzione vinicola sudafricana.
Altitudini elevate che offrono escursioni termiche importanti, giornate moderate e notti fresche, il vento prevalente in estate da sud-est che copre la valle in una coltre di nuvole mentre il sole splende in altre zone dando così il tempo alle uve di maturare senza correre il rischio di sovramaturazione
Le varietà più coltivate del distretto, sono lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Sauvignon Blanc.
Quando il nuovo mondo incontra il vecchio mondo
L’uva da vino è arrivata per la prima volta in Sud Africa tramite la compagnia olandese delle Indie orientali e, verso la metà del 1700, il vino da dessert prodotto nella zona di Constantia, era famoso in tutta Europa.
Ciò che rende unico il Sud Africa è il suo clima abbinato ad antichi suoli granitici (di oltre 600 milioni di anni), nonché la varietà territoriale e climatica (caldo, freddo, ed escursioni termiche) come ad esempio nella zona di Stellebosch dove troviamo ” terreni di granito e arenaria che offrono condizioni davvero uniche per la coltivazione di uve di qualità e per far emergere meravigliosa delicatezza, eleganza e buona acidità che si traduce in vini rossi e bianchi audaci con un’elevata intensità aromatica.”
Infine, la varietà negli stili sia bianchi che rossi: orgoglio di bandiera è la varietà a bacca bianca Chenin Blanc, che nulla ha da invidiare alla Francia e al suo Vouvray, in Sud Africa vengono prodotti alcuni dei migliori vini Chenin Blanc del mondo a una frazione del prezzo;
Tra i vitigni a bacca rossa sempre orgoglio del paese: il Pinotage ricco, lussureggiante, frutto dibosco come mirtilli e prugne, spezie, note agrodolci e punte affumicate degne di nota.
Infine, il Metodo Cap Classique, associazione nata nel 1992 dedita alla produzione di spumanti di alta qualità realizzati con il metodo tradizionale della seconda fermentazione in bottiglia con uve Chardonnay, Pinot Nero, e Pinot Meunier, e l’aggiunta unica di Chenin Blanc che conferiscono a questi vini note dolci-agrumate dai fiori d’arancio al limone alla frutta a polpa gialla alle mandorle tostate.
Esattamente quel connubio perfetto, tra eleganza, tensione e magrezza dei vini del Vecchio Mondo che incontra il Nuovo Mondo più carico di intensità cromatica, spesso guidato da un frutto succoso ed invitante, giunge in sud Africa creando un’identità tutta sua amalgamando questi due mondi come risposta vincente in un mercato sempre più in crescita.
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