Dioniso e la sua terra
Dioniso, dio protettore del simposio e del nettare degli dei figlio di Giove, governava la Vite e i banchetti conviviali ai tempi dell’antica Grecia.
La Grecia mitologica e non solo, quella che dominava il mondo di qualche secolo fa, diffuse la viticoltura nel Mediterraneo, stiamo parlando forse di uno dei paesi vinicoli più antichi d’Europa.
Dioniso simboleggiava lo “sgorgare della vita umida e sotterranea, che si riscontra all’apice della scala degli umori vitali, nel sangue che ribolle e nel vino schiumeggiante” che, secondo il medico greco Androcide, è “il sangue della terra”.
Tra isole, arcipelago ed un mare di-vino
Un mondo del vino, nella patria di Dioniso, tutto da scoprire: da Florina in macedonia occidentale, alle montagne Zagori nell’Epiro, parte della catena montuosa del Pindo che si estende dall’Albania alla Grecia centrale e ancora nella zona sud di Creta oppure nelle isole Cicladi, Paros, (Naoussa), Santorini, e ancora la Mesogaia che significa “Terra di mezzo” regione dell’Attica orientale delimitata dalle pendici di due monti.
Infine, nella parte periferica del Peloponneso abbiamo Nemea, già nota in tempi antichi per la fiorente produzione vinicola tanto che Omero chiamò la zona Ampelóessa ovvero “colma di vini” (ad oggi la denominazione più importante tra quelle di origine controllata della Grecia meridionale).
In giro per l’Ellade
Florina, nel nord dell’Ellade, propone rossi corposi ed aromatici bianchi mentre Santorini e la città di Patrasso offrono invece ottimi Moscatello con gradazioni di colore e profumi differenti; successivamente abbiamo la zona di Nemea con rossi molto profumati e un frutto molto importante, mentre i profumi, aromi e spesso di vini frizzanti sono tipici dei bianchi della zona dell’Epiro.
Quest’ultima sorprende per la croccantezza ed eleganza di vini bianchi mentre i rossi assumono un corpo ed una struttura prodotti nella zona montanara di Metsovo con elevate altitudini ed i vigneti più alti della Grecia.
Santorini e la magia dell’Assyrtiko
Santorini produce anche e per quasi l’80% della sua produzione di vino nell’isola il famoso Assyrtiko dai terreni silicei dove qui ritrova, grazie alle eruzioni del vulcano nel sito di Akrotiri, suoli ricchi di cenere, lava e pomice che hanno dato origine ad un terreno compatto. Questo, combinato a sole e venti forti, crea le condizioni ideali per viti sane con una forma tipo cesti naturali dove all’interno l’uva viene protetta dalla sabbia.
Se vi capita di passare per questa meravigliosa isola non potete mancare la visita di due cantine: Boutari e Argyros, entrambe pluripremiate, con un’attenzione particolare alla produzione biologica e lotta integrata in vigna.
I Muscoli di Paros
A Naoussa, angolo nordest dell’isola di Paros, ritroviamo bianchi e rossi di grande corpo e struttura, sia uve Malvasia che la varietà locale Monemvassia, entrambe a bacca bianca; quest’ultima è coltivata in tutta l’isola e dà origine a vini freschi e croccanti grazie alla presenza costante di vento che, oltre a tenere asciutte le uve, aiuta le escursioni termiche fondamentali per mantenere l’acidità.
Nota di merito anche all’azienda vinicola Moraitis, a pochi minuti dalle spiagge dell’isola, restaurata e resa accogliente per chi visita questa zona e per chi, oltre alle spiagge e alla vita mondana, vuole degustare i loro vini imbottigliati. Lì gli enologi da tre generazioni producono varietà locali eccellenti e premiate: tra i bianchi degni di nota si possono provare Malagouzia affinato in botte di rovere ed Assyrtiko mentre tra i rossi è da segnalare il “Riserva di Paros” contraddistinto da corpo e struttura.
La leggendaria Creta
Giungiamo a Creta, la quale conta di circa 30 cantine sparse in tre zone: la parte occidentale zona più piovosa, la parte centrale dell’isola Heraklion con terreni ricchi soprattutto di calcio ed altezze variabili fino a raggiungere i 600 metri sul livello del mare, e la parte più orientale dove si ritrova il clima più secco.
Quella di Creta è la zona più antica del Vecchio Continente per la viticoltura (4000 anni) con i vigneti più antichi d’Europa, vigne cullate da freschi venti provenienti dall’Egeo.
Vengono coltivate varietà autoctone per la maggior parte di varietà a bacca bianca come Dafni, Malvasia di Candia o Thrapsathiri e meno a bacca rossa, tra cui Agiorgitiko, Xinomavro ed il leggendario Romeiko.
Una tradizione enoica atta a recuperare vitigni antichi e varietà locali che si adatta al territorio ed al clima dando valore a questo luogo cosi antico ed impregnato di cultura e conoscenza.
Dopo essere passati per spiagge, templi e vigne non dimenticatevi di fare una scappata nel centro della città di Chania, la seconda città di Creta dopo Heraklion, ricca di posti tipici dove
assaporare usi e costumi locali.
La (vera) Terra di Mezzo
Infine la zona dell’Attica, Mesogeia, molto rinomata per il vino greco della tradizione come la varietà autoctona Malagousia (quasi estinta e ritrovata da poco) che predilige terreni argillo-calcarei. Essa trattiene naturalmente tutta la sua mediterraneità di profumi ed aromi con note sapide e si presta a lavorazioni sia in acciaio che in barrique;
Papagiannakos Kalogeri Malagouzia, con le vigne esposte a nord-est, ne è un bell’esempio di un vino che fa passaggio solo in acciaio, mantenendo il suo carattere aromatico, sapido, con profumi floreali di gelsomino, note agrumate e di frutta tipicamente molto matura quasi tropicale.
Tra mito e realtà
Si tratta di un’area d’Europa che pochi considerano ma che ha moltissimo da offrire oltre alle isole paradisiache e templi antichi mozzafiato: troviamo infatti 75 vitigni autoctoni (e solo meno del 15% di vitigni internazionali) che danno origine a vini di qualità (con una attenzione al biologico da non sottovalutare) e produttori che puntano principalmente sulla qualità piuttosto che sulla quantità.
Una civiltà che aveva una divinità per ogni attività umana, ed una interamente dedita al culto del vino e dei banchetti.
Una civiltà dove i grandi della letteratura antica erano concordi sulle molte proprietà del vino, sul suo potere medicale e sociale durante i simposi e le feste in onore di Dioniso.
In questa terra dove scrive Esiodo “la vendemmia avveniva quando Orione e Sirio si levano a metà della notte ed Arturo appare al mattino”, dove gli eroi dell’Iliade di Omero per prepararsi alle battaglie bevevano il nettare rafforzando la loro furia e ricevendone un potere magico avviene una presa di coscienza sulla cultura del vino contemporaneo grazie alla diffusione dell’enologia Greca portatrice di nobili e storiche origini che forse tendiamo a dimenticare.
Itinerari di Viaggio nel Vino n.1 – La Rioja
Itinerari di Viaggio nel Vino n.2 – Bordeax
Itinerari di Viaggio nel Vino n.3 – La Grecia e le Isole
Itinerari di Viaggio nel Vino n.4 – Sud Africa
Itinerari di Viaggio nel Vino n.5 – Il Cile