Provincia affascinante ed indipendente
La Catalogna porta con sé una storia di autonomia ed indipendenza molto lunga e complessa dove, prima che la Spagna fosse un paese unificato, il capoluogo Barcellona fu anche la sede del Governo spagnolo. Facendo un breve passo indietro, Greci e Romani approdarono in questa rigogliosa terra utilizzando e commerciando vini della zona attraverso il porto commerciale di Barcellona; poi Visigoti, Mori ed infine Carlo Magno che incorporò la regione della Catalunya nel suo impero. In generale la regione fin dal Medioevo ha sempre sviluppato una cultura interna autonoma conservando indipendenza politica dal resto del paese.
La storia enologica di questa regione ha tradizioni antiche legate alla produzione di “vini spumosi” che utilizzavano come sigillo i tappi di sughero prodotti nella zona della vicina Gerona, che oltre a produrli per loro stessi, rifornivano l’intera regione dello Champagne per la produzione di vini spumanti. Proprio con il disastro della fillossera in Europa, in primis in Francia, esplose il commercio del vino oltre i Pirenei, dove la fillossera tardò ad arrivare. In questo periodo nascono così le prime bollicine spagnole: nel 1932 il primo Statuto del vino fissava le regole della vinificazione iberica includendo regole e parametri relativi ai vini spumanti ottenuti dalla seconda fermentazione in bottiglia.
Negli anni Cinquanta lo spumante prodotto in questa regione della Spagna veniva esportato con crescente successo in Inghilterra e in tutto il Commonwealth sotto il nome di Spanish Champagne, al punto che i produttori francesi iniziarono le prime campagne legali di tutela del nome proprio contro le bollicine spagnole. Da qui l’ufficializzazione della dicitura Cava nel 1959.
Tra i volti delle prime produzioni di Bollicine in Spagna c’è la famiglia Raventós Fatjó allora patron di casa Codorníu, che al ritorno da una esperienza in Champagne pensò che si sarebbe potuto produrre un vino che gli somigliasse puntando sui vitigni autoctoni catalani e scegliendo tra i tanti le tre uve oggi più utilizzate per la produzione di Cava: Maccabeo (Viura), Parellada e Xarel-lo. A fine Ottocento nacque così il primo vino spumante dell’omonima cantina della famiglia Raventós, già fondata alla fine del 1400 dalla famiglia.
Zone del Vino: non solo Cava
Questa zona della Spagna ha un clima influenzato dal Mar Mediterraneo, ed è considerata una delle zone più prestigiose come destinazione enoturistica e gastronomica: per gli amanti del vino la superficie vitata di questa zona è di 65.000 ettari di vigneti e fino a 12 denominazioni di origine.
Lasciandosi alle spalle Barcellona e dirigendosi verso l’interno si incontra la zona del Penedès, la regione con la maggiore produzione vinicola della Catalogna, che ospita tre città importanti: Vilafranca del Penedès, la capitale della regione da cui prende il nome il DO; Sant Sadurní d’Anoia, la capitale della Cava e Subirats, la capitale della vite. Questa regione ospita la DO Penedès, la grande maggioranza delle cantine della DO Cava e i principali produttori della DO Catalunya. In questa zona i vini hanno un animo mediterraneo, tra calore, maturità di aromi, sapidità e freschezza, ed i vitigni rispecchiano il territorio sia bianchi che rossi autoctoni ed internazionali.
Con alle spalle il Penedès, si entra nel cuore della regione Priorat, terra del DOCa Priorat, un vino che trasuda la spiritualità dei monaci certosini che, nel XII secolo, fondarono il monastero di Escaladei, il primo monastero certosino in Catalogna. Il Priorat è l’unica denominazione in Catalogna che ha ottenuto la più alta certificazione, con vini che sono diventati leggende autentiche e tra i più apprezzati in tutto il mondo. Denominazione in realtà ancora di nicchia, e non troppo conosciuta, ma altamente importante, che produce rossi eleganti e con mineralità importanti grazie alla tipologia di terreno, la i corella un tipo di suolo speciale di ardesia a lastre, si riflette nei vini in eleganza, magrezza e sapidità uniche. Oltre che suoli speciali anche altitudini spesso oltre i 600slm, sinonimo di grande freschezza e acidità spiccate, utili alla longevità del vino.
Tra le molte denominazioni presenti in Catalogna, La DO di Terra Alta esprime invece complessità, proprio perché il territorio si snoda attraverso villaggi con numerose cantine, tra strutture avveniristiche e location che ricordano piccole chiese in un intreccio tra storia e arte che sembra non avere età. Un volo radente nelle DO di Pla de Bagescon, Alella, Conca de Barberà famosa per i vitigni moscatel de grano, menudo e trepat, Costers del Segre con i suoi vitigni internazionali. Infine, ancora un’altra area DO celebre è la Conca de Barberà, di grande tradizione vinicola grazie al suo microclima mediterraneo. I vini prodotti in questa regione a nord di Tarragona, in Costa Daurada, sono caratterizzati principalmente dal sapore fresco, dalla leggerezza e dall’aroma espressivo.
I vigneti si estendono per più di 50.000 ettari, con importanti varietà a bacca bianca come la Granacha blanca, Moscatel, Macabeo (Viura in Castigliano), Parellada e Xarel-lo (Pansa Blanca in Casigliano) una varietà straordinariamente ricca in polifenoli e acidità, adatta come base spumante a cui conferisce vigore e corpo per prodotti freschi, agrumati e vegetali, dalla sottile sapidità, o anche Chardonnay e Chenin Blanc; tra le bacche rosse Granacha Tinta, Tempranillo, Monastrell, Cabernet Sauvignon e Cariñena (Mazuelo in Castigliano), Picapoll negro, Trepat, Sumoll e ull de llebre (o ojo de liebre), un’uva nobile spagnola che ha ciclo breve e che meglio si adatta agli areali più elevati con armonica acidità, e che conferisce al vino sentori di foglie di tabacco, spezie scure e cuoio, raggiungendo l’equilibrio tannico grazie a un uso sapiente del legno Molte varietà di uve testimoniano la ricchezza del mosaico ampelografico di questa regione che si affaccia sul mediterraneo.
Sapori di mare e montagna
Sapori di mare e di montagna, dal mediterraneo all’interno un tripudio di sapori tutti da abbinare ai vini locali o una bolla di Cava: verso la costa catalana, non possono certo mancare i piatti a base di pesce, spesso cotto alla griglia: dall’ottimo merluzzo fresco di giornata, all’Esqueixada de Bacallà (un’insalata a base di baccalà con peperoni, cipolle, pomodori e aceto), fresca ed estiva perfetta da abbinare ad una Garnacha Blanca in purezza, oppure famosi Gamberi di Palamós, nel cuore della Costa Brava. Questo paese regala i gamberi più richiesti poiché di fronte alle sue coste c’è un canyon sottomarino profondo 2000 metri, dove vivono e prosperano i famosi gamberi locali dal colore rosso acceso, sapore dolciastro, al vapore, alla griglia, crudi, con una punta di sale ed olio…una naturale prelibatezza per la prima tapas della giornata.
Piu elaborato il Suquet de Peix – guazzetto di pesce servito nel tradizionale recipiente di terracotta – in Costa Brava che oltre ad abbinarsi bene ai vini bianchi, perché no un vino rosso leggero che fa un passaggio solo in acciaio ne accentua la prelibatezza e corposità.
La zuppa di pesce accompagnata con il riso coltivato nella zona del Delta dell’Ebre; ed infine le acciughe salate di L’Escala, sulla costa dell’Empordà, famose per il loro aroma ricco e corposo, preparate con acciughe fresche, salate e marinate con erbe e spezie, i cui metodi di conservazione (in salamoia o sott’olio) vennero introdotti in Catalogna dai Greci e poi adottati dai Romani. L’Empordà è famosa per la produzione di olio a denominazione di origine protetta, ma è nella provincia di Tarragona che si produce il miglior olio extravergine d’oliva. Percorrendo la Ruta dell’Olio del Priorat, scoprirete uliveti e antichi frantoi, oltre ad avere la possibilità di degustare i migliori olii della regione ad oggi la Catalogna vanta ben 5 oli DOP (Denominazione Origine Protetta).
Quando si parla di prodotti tipici di montagna, i primi ingredienti che vengono in mente sono insaccati, formaggi, miele, marmellate e piatti a base di carne. Nulla di diverso sulle estremità montane della Catalogna.
Una volta raggiunti i massicci montuosi dei Pirenei, oltre a vivere un’esperienza a contatto con la natura, si assaporano i migliori prodotti della tradizione catalana, come il Xolís (salsiccia secca) condito con sale e pepe, l’anatra con le rape, il Fricandó, un piatto a base di filetto di carne di vitello (ndr. il vitello catalano è riconosciuto dall’Unione Europea con il marchio IGP e identificato sul mercato come Vitello Catalano dei Pirenei) generalmente accompagnato da funghi raccolti soprattutto nella zona della Cerdanya, e il Capipota, ovvero la trippa alla catalana, ma sono anche apprezzati altri tagli e tipi di carne come il fegato, la pancetta e l’agnello.
Tutti tipici da abbinare ai Priorat più corposi che fanno passaggi in legno ed invecchiamenti delicati in botti poco tostate per degustare al meglio i sapori del territorio. Tra gli insaccati tipici della zona, il Fuet de Vic che si produce nella comarca di Osona. Da gustare anche le rape nere (nel Parco Naturale della zona vulcanica della Garrotxa), i fagioli del Villaggio di Santa Pau che godono della Denominazione di Origine Protetta (DOP), il cavolo con cui si prepara il Trinxat miele e marmellate preparate delle sapienti mani dei produttori locali.
Una gastronomia pulsante di un territorio e del suo popolo, incisiva, marcata, decisa, ma anche delicata, calorosa e mediterranea; un’indennità culturale ricca di tradizioni e tramandate a noi negli anni, un patrimonio di profumi locali tutto da scoprire in questa regione che ha un po’ di mediterraneo ed un po’ di “pireneo” nell’animo.
Barbara Costantino
Formatore Sommelier