Mi fa sempre piacere quando mi viene rivolta una domanda simile, perché suggerisce in modo abbastanza inequivocabile che chi ha formulato il quesito si stia ponendo a sua volta delle domande che vanno al di là della pura degustazione o dell’apprendimento di base sull’argomento. Chiedersi se esiste una correlazione fra invecchiamento, qualità e prezzo, rappresenta il primo passo verso un approccio consapevole all’acquisto, a prescindere che questo sia finalizzato ad un consumo in tempi rapidi o posticipato nel tempo.
Se la domanda è fondamentalmente semplice, la risposta – come spesso accade – è un po’ più complessa. Premesso che stiamo parlando di vini potenzialmente destinati ad un lungo invecchiamento, per rispondere occorre considerare cosa comporta il trascorrere del tempo per questi vini. Senza voler diventare dei maghi della chimica, considerando la composizione delle molecole presenti nel vino e le loro trasformazioni (formazione di nuove, decadimento di altre, legami tra loro, ecc.), tutto ciò che compone il vino subisce delle modificazioni che ne alterano, o meglio ne trasformano, il profilo organolettico. Componenti come i tannini si ammorbidiscono e si integrano meglio donandoci sensazioni più piacevoli, le sostanze coloranti perdono la loro brillantezza e virano – nel caso dei vini rossi – verso toni più aranciati, l’acidità si integra maggiormente con le altre componenti.
Questo super-super riassunto (potrei essere radiato da un ipotetico ordine nazionale dei relatori per la superficialità di approccio) ci serve solo per capire che il vino acquistato oggi avrà caratteristiche radicalmente differenti fra molti anni. Ma questa diversità indica necessariamente un aumento della qualità? Alcuni estimatori vi diranno di sì, senza se e senza ma. E di fronte a tale affermazione risulterebbe facile dedurre che l’aumento di prezzo sia legato a questo fattore.
In realtà, ciò che accade a molti vini invecchiando – o maturando, o elevandosi, o evolvendosi, scegliete voi il verbo che più vi aggrada – è che, rispetto al loro arrivo sul mercato, si presentano spesso più eleganti, raffinati, complessi al naso e al palato. Insomma, regalano emozioni differenti, ma soprattutto spesso ne regalano una maggior quantità. Viene facile il paragone con le persone, che agili, forti e energici in gioventù, acquisiscono saggezza, pacatezza, sicurezza ed esperienza tali da risultare più affascinanti in età più avanzata. Ecco, ai vini succede qualcosa di simile: diventano più interessanti, più profondi. E questa trasformazione fa sì che sorseggiare un vino con parecchi anni – o decadi – sulle spalle diventi una vera e propria esperienza per i sensi.
Dobbiamo poi considerare un altro fattore chiave del mercato per giustificare – o meglio motivare – prezzi più alti per vini di vecchie annate: la scarsità. Banale, vero? Forse, ma se questo fattore viene solitamente tenuto in considerazione per quei vini che si affacciano sul mercato con un prezzo già molto elevato (scarsità significa esclusività, che si traduce in lusso, che a sua volta rappresenta uno status symbol), troppo spesso per i vini invecchiati si parla solo di note organolettiche ed esperienze degustative, mentre dovrebbe invece essere il primo fattore da tenere in considerazione.
Qualità e scarsità sono però di solito indissolubilmente legate: per produrre un vino in grado di resistere al passare del tempo, modificarsi indisturbato nel buio della vostra cantina ed essere in grado di farvi emozionare dopo molti molti anni, la qualità iniziale dev’essere necessariamente molto elevata. Qualità, non prezzo, ma vien da sé che le due cose viaggiano solitamente sullo stesso binario. Partendo quindi da una base di prezzo piuttosto elevata, è facile comprendere come le bottiglie in grado di superare indenni estati, inverni, passaggi di comete, guerre, nuovi presidenti della Repubblica, matrimoni, figli e quant’altro la vita possa regalarci, saranno sempre meno e, di conseguenza, più costose.
Quindi diffidate di chi semplifica troppo vendendovi un prezzo maggiore perché indicativo di più alta qualità. I vostri sensi molto probabilmente vivranno un’esperienza più completa e coinvolgente e voi non avrete rimpianti sul prezzo maggiore che avrete sborsato perché sarete coscienti di essere stati premiati per il coraggio di aprire una bottiglia con parecchi anni sulle spalle, mentre la maggior parte degli altri acquirenti non saranno stati altrettanto arditi da attendere ma avranno consumato le loro bottiglie ben prima di voi.
Soprattutto tenete a mente il risvolto filosofico del degustare un vino con parecchi anni di vita: quando toglierete il tappo e ne apprezzerete le sfumature, ricordatevi che starete leggendo la storia col naso e con la bocca, starete godendo di sensazioni che sono state imbottigliate molti anni prima e starete onorando il lavoro fatto in vigna e in cantina in un’epoca lontana da voi. Questo ha un valore superiore persino al prezzo più alto.