Il Franciacorta è un vino italiano ultimamente molto richiesto durante l’aperitivo nei locali alla moda delle grandi città o in enoteca. Piace a tutti e tutti lo vogliono, anche senza sapere esattamente cosa sia e da dove venga.
Se volete sembrare davvero degli intenditori delle degustazioni vini o degli aspiranti sommelier, ricordatevi che non è un semplice spumante ed è importantissimo non chiamarlo “bollicine”!
La degustazione dei vini Franciacorta
Forse ci piace per il nome, perché è il vino preferito nel mondo della moda e del lusso. Ci piace perché racconta una storia, una storia italiana; ma soprattutto ci piace perché è buono.
In ogni corso di sommelier oppure nei percorsi di avvicinamento al vino, un Franciacorta è un punto di arrivo per il sapere vinicolo!
La presenza di anidride carbonica e la morbidezza gustativa fanno sì che questo tipo di vino sia associato al fratello francese, lo Champagne, e in molti infatti lo definiscono lo Champagne d’Italia, credendo erroneamente che il termine “Franciacorta” stia per “Francia corta”.
In realtà la parola viene da “franche corti”, ad indicare il territorio situato fra Brescia ed il Lago d’Iseo dove alcuni monasteri cistercensi nel XVII secolo furono affrancati dal pagamento del dazio. Queste corti già all’epoca avevano una ricca produzione vitivinicola.
Nei primi anni ‘60 alcuni imprenditori locali ebbero l’intuizione che il pinot nero di Franciacorta potesse reggere il confronto con quello della regione francese del Marne, e decisero di riprodurre in Italia un vino con caratteristiche simili allo Champagne. Fu così che misero in piedi un vero e proprio sistema territoriale di produzione, oggi in crescita rapidissima.
Attualmente il Franciacorta è fra i dieci vini in Europa il cui solo nome identifica la qualità (tra questi dieci, lo Champagne francese e il Cava spagnolo) e per questo è possibile riportare in etichetta il solo termine Franciacorta, senza dover aggiungere la dicitura DOCG.
Un disciplinare definisce le regole di composizione: i vitigni usati e ammessi sono a base di Chardonnay e/o Pinot nero, a cui possono eventualmente aggiungersi le uve del vitigno Pinot bianco fino ad un massimo del 50%.
Perché piace e perché fa tendenza questo vino
Il Franciacorta è un vino strutturato ma beverino, in cui la giusta dose di anidride carbonica si sposa con l’acidità. Un vino elegante, la cui parola d’ordine è equilibrio.
Nel bicchiere si presenta dal colore brillante, dall’effervescenza fine e continua.
Il profumo ricorda i lieviti, con note di frutta e fiori, mentre le varietà più mature liberano note più complesse, di frutta secca tostata e di spezie. Il Rosè ha, invece, sentori di frutta rossa che nelle degustazioni di vini si rivelano palesemente.
Franciacorta non è solo una parola da sfoggiare nei corsi di degustazione vini o un’operazione di marketing, ma è, prima di tutto, un territorio che dà ottimi prodotti. Con un’uva così pregiata, in cantina il produttore ha la possibilità di lavorare naturalmente, e si sa che un vino senza trucchi è un vino ancora più elegante e ricercato.
La magia del Franciacorta, dalla cantina alla bottiglia
Il lievito mangia lo zucchero, lo trasforma in alcool, avviene la prima lisi del fermento e in seguito si forma l’anidride carbonica, che all’interno della bottiglia rimane disciolta a causa dell’alta pressione presente. Una volta aperta la bottiglia, l’anidride carbonica subisce un istantaneo calo di pressione atmosferica e torna allo stato gassoso, sprigionandosi attraverso la formazione delle bollicine.
Per produrre il carattere specifico di ciascuna varietà di Franciacorta, interviene la permanenza dei lieviti sul vino per periodi lunghissimi in cui il vino evolve.
Per i vini multi-vintage 18 mesi, per i millesimati 30 mesi e per le riserve 60 mesi.
Al termine dell’invecchiamento necessario a seconda delle esigenze, avviene la sboccatura, spesso mediante il congelamento del collo.
In alcuni casi il vino si mischia dello sciroppo, fatto spesso con vini vecchi e zucchero. Ma ci sono anche le tipologie di vini Franciacorta senza aggiunte. La sapienza dell’azienda è dosare il tutto con intelligenza.
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Quale tipologia scegliere a seconda dei gusti
Il vino Franciacorta è prodotto e commercializzato oggi in diverse tipologie, distinte in base al grado zuccherino (dal 3 g/l del Nature al 50 g/l del Demi-sec).
Si può scegliere quindi tra Nature, Extra brut, Brut (che include anche il Satèn), Sec, Demi-sec e Pas dosè. Quest’ultimo è un non-dosato, in quanto una volta sboccato viene aggiunto solo altro vino e non altri zuccheri, ed è la versione più secca e asciutta.
Inoltre ci sono altre differenziazioni tipologiche: i Franciacorta millesimati, prodotti da uve di un’unica annata, le Cuvée speciali, le Riserve, i Rosé, i Blanc de blancs e i Satén.
Capire quale prodotto può essere più di nostro gradimento o adatto a un particolare abbinamento o occasione è semplice, basta imparare la composizione di base delle uve e capire che effetto si produce.
Per esempio nel Franciacorta Satén, prodotto con uve Chardonnay e in alcuni casi anche con Pinot bianco, l’effervescenza del prodotto è limitata e quindi risulta particolarmente adatto a chi non apprezza le troppe bollicine.
Come berlo e come abbinarlo, tra degustazione vino e cibo
Servirlo a 4 gradi in un calice di medie dimensioni, non superare i due centimetri di spuma nel bicchiere: ecco qualche consiglio dai sommelier, che si intendono del servizio vini.
Il Franciacorta è un vino adatto ad aperitivi a base di salumi, crudité e lieviti, per la sua freschezza, la sua struttura delicata e leggera e per il suo sapore intenso e il carattere molto particolare. Può accompagnare anche le pietanze di un pasto completo, l’importante è che i piatti siano caratterizzati da sapori non troppo delicati: quindi bene con carni bianche arricchite da spezie, primi piatti con condimenti di carne, antipasti a base di pesce, soprattutto crostacei e molluschi, carpacci di salmone, fritti di pesce, risotti mantecati.
I vini più costosi e…
Il prezzo dipende dall’annata di produzione del Franciacorta. Quelli del 2003 possono arrivare a costare circa 85 euro.
Un ottimo Satèn lo si trova a poco più di 40 euro. Il vino più costoso in assoluto [LINK: ARTICOLO VINI COSTOSI] è il Franciacorta Annamaria Clementi di Ca’ del Bosco millesimato.
Franciacorta da intenditori, ma con prezzi leggermente più accessibili, non superano i 35 euro a bottiglia, come il Bellavista Gran Cuvée Brut del 2002 e il Berlucchi con la Cuvée Imperiale Brut Vintage 2001 (sui 30 euro).
… i migliori nel rapporto qualità-prezzo
Uno dei migliori in questa categoria è il Franciacorta Satèn di Enrico Gatti millesimato, prezzo circa 20 euro. Troviamo anche il Pas Dosé Rosé Parosé, decisamente conveniente per le qualità organolettiche.
Per altri vini, sempre ben strutturati e comunque molto validi, possiamo pagare dai 20 ai 15 euro. Per esempio, ancora di Enrico Gatti, il Brut e il Nature o la Prima Cuvée Brut di Monte Rossa, tutti sui 15 euro.
I migliori Franciacorta per le degustazioni vini
Sono presenti nella categoria Grande Vino della guida Slow Wine 2017:
- Franciacorta Dosage Zéro Noir Ris. 2007, Ca’ del Bosco
- Franciacorta Extra Brut EBB 2011, Mosnel
- Franciacorta Pas Dosé 2011, San Cristoforo