Fiere del vino
Il calendario degli eventi enoici, manifestazioni, incontri, degustazioni e masterclass dedicati al mondo del vino sono molteplici: dalle piccole fiere regionali, a quelle dedicate ad un unico vitigno, alle grandi fiere internazionali e spesso riservate anche solo agli operatori del settore con aziende italiane ed internazionali: le fiere, i grandi luoghi di mercato, strategiche per la sua crescita da Vinitaly a Slow wine fair, ProWein, Salon del vino de Espana, Wine Paris, in Europa, e molte altre ancora nel resto del mondo.
Nasce Vinitaly nel 1967 come Evento dedicato al Vino, le cosiddette Giornate del vino, che all’inizio degli anni ’70 diventa il Salone delle Attività Vitivinicole, affiancata da una sezione dedicata ad attrezzature e macchine per l’enologia; negli anni ’90 assume la denominazione di Salone Internazionale del Vino e dei Distillati ed alla fine degli anni ’90 viene consolidata la sua internazionalità proprio grazie alla presenza del marchio Vinitaly al China Wine di Shangai.
Un’evoluzione che cresce e cambia negli anni, dall’essere protagonista del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia con Bottiglia dedicata, alla decisione di voler focalizzare l’attenzione agli operatori del canale Horeca, che nel 2012 ottiene 140mila visitatori dei quali molti dall’estero (35%) provenienti da 116 paesi differenti.
L’obiettivo sviluppatosi negli anni è stato acquisire sempre più clienti esteri, fare networking e concludere accordi commerciali.
Una storia di successo che giunge quest’anno alla 54esima edizione di salone internazionale di vini e distillati, con una parte ampia dedicata ai vini internazionali ed un’altra dedicata all’arte della miscelazione: mixology.
Internazionalità
Grande attenzione quest’anno, di nuovo in presenza dopo due anni di restrizioni dovuti alla pandemia, sull’internazionalizzazione della fiera con la presenza maggiore di territori ed espositori dall’estero; oltre al fatto che l’Italia come tutti gli altri paesi, pur uscendo da due anni difficili ha avuto comunque un’ottima crescita nell’export (anche se sempre di più nelle mani dei grandi gruppi), più del 50% dell’export del 2021 è stato nelle mani di poco più di un centinaio di aziende.
Parlando dunque di internazionalizzazione del Vinitaly si trovano masterclass, seminari, Grand Tasting dove viene sottolineata per esempio l’influenza dell’enologia francese nella produzione Italiana, o ancora la storia di sei cantine italiane gestite da donne “Iconic women in Italian wine” raccontata dalla giornalista Monica Lerner di Wine Advocate, insieme con Alison Napjus di Wine Spectator; ed ancora I vitigni autoctoni a bacca bianca raccontati dalla rivista tedesca Vinum, ed un approfondimento sullo Champagne a cura della rivista francese Gilbert&Gaillaird; si fa spazio anche la Slovenia con un tasting dedicato alle varietà regionali, che nonostante il piccolo territorio, dà origine a vini di spettacolare tipicità.
Si definisce così l’internazionalità del Vinitaly in una “International Wine Hall” tutta dedicata alle produzioni internazionali.
Tutto questo accompagnato dai singoli Tasting degli espositori, Doctor Wine e i suoi seminari tra autoctoni e specifiche di regioni come Sicilia e Sardegna, insomma un evento di 4 giorni denso di Italianità ed Internazionalità degno di un ritorno esuberante in presenza.
Quali le tendenze del vino
Cresce molto l’interesse verso i vini biologici, naturali, e sostenibili, così presenta la ricerca a cura di Nomisma WineMonitor, susseguono poi per l’Italia il grande interesse nella riscoperta degli Autoctoni ovvero i vini del territorio; passando poi ad una grande ripresa di interesse verso il vino rosè, presenta infatti Coldiretti un evento dedicato ai Rosati.
Il biologico/sostenibile e gli spumanti rimangono i più richiesti, e scelti da un pubblico tra i 20 ed i 40 anni, con particolare attenzione al come viene prodotto il vino rispettando l’ambiente, mentre i consumatori abitudinari del vino prediligono i vini rossi.
Vinitaly Bio, giunge alla settima edizione dedicata ai vini biologici, con 69 espositori previsti in pre-pandemia e 115 oggi, provenienti da tutte le regioni italiane. Il vino biologico rappresenta il prodotto di alto valore commerciale e simbolico di rispetto dell’ambiente; pratiche sostenibili attuate durante le fasi produttive, che attraggono sempre più i consumatori, con aumenti nelle vendite in crescita negli ultimi dieci anni.
Collaborando anche con FederBio attraverso iniziative di divulgazione e promozione del vino biologico utilizzando anche in questo caso masteclass e degustazioni guidate per favorire l’incontro tra i produttori, distributori, buyers e consumatori.
Molte cantine presenti, stand, l’allestimento dell’Enoteca Bio e sale degustazione dedicate, dove i produttori del mondo biologico presentano direttamente le loro etichette.
L’area Mixology
Approda con grande successo anche l’area dedicata all’arte della miscelazione e del bere bene e consapevole, oltre al vino quindi con la cultura dedicata ai liquori, distillati e cocktail a base di vino.
Una sorta di Edizione Speciale che già negli anni passati ha avuto un enorme successo, dedica a questa tematica tempo e attenzione, per dare spazio a Bartender talentuosi.
Si apre quindi un mondo all’interno della fiera più rinomata per la cultura del vino, anche quella dedicata alla miscelazione, per dare spazio oltre che i grandi marchi della mixology anche a masterclass dedicate, in collaborazione con Bartender Groups Italia.
A chi si rivolge
Questo evento cosi vasto ed importante nel panorama enologico nazionale ed internazionale, si rivolge a tipi di pubblico diverso, da chi lavora nel mondo del vino per la divulgazione come educator, blogger, opinion leader, influencer, giornalisti e critici del settore; ad operatori trade come buyer, agenti, importatori, ed anche enotecari, ristoratori, proprietari di hotel e alberghi, per facilitare gli incontri tra produttori ed acquirenti; ed infine una piccola parte (un paio di giorni soli quest’anno dedicati a loro) ad un pubblico di consumatori finali e appassionati (non professionisti) che comunque generano un’eco mediatica abbastanza ampia.
Il mondo del vino, e quello dei liquori e distillati, rimane esperienziale, si incontrano produttori, enologi, si conosce il territorio attraverso i loro racconti, e soprattutto la degustazione alla base dei giudizi e delle scelte dei media e dei consumatori.
Attraverso la condivisione di opinioni, lo scambio di gusti ed emozioni, si stimola l’esperienza diretta di ciò che una cantina fa; la ‘wine fair’ rimane uno dei migliori modi per dare visibilità, promuoversi e convincere a far parlare di sé.