Uno stile di vita tra Mediterraneo e Alpi
Distese di lavanda in piena fioritura che ricoprono un paesaggio che si tinge di blu e viola, una terra che si estende a sud-est della Francia tra Nizza e la Camargue caratterizzata da infiniti campi di lavanda e vigneti, con il vento secco che soffia da sud chiamato Mistral, che si incanala poi nel Rodano e raggiunge i pendii di vigneti della denominazione qui confinante: stiamo viaggiando e sorvolando la bella e soleggiata Provance.
Un panorama variegato e articolato, affacciato sul mar Mediterraneo con le Alpi maestose retrostanti, che, come nella vicina Liguria già raccontata in precedenti viaggi, crea condizioni territoriali lunghe e strette dove i vigneti, e tutto ciò che qui si coltiva, sono costretti a adattarsi al territorio ed estendersi in lunghezza per oltre duecento chilometri. Il massiccio di Sainte-Baume, quello della Plaine des Maures o ancora quello vulcanico dell’Estérel e la montagna di Saint-Victoire rappresentano i principali rilievi che concorrono a disegnare lo scenario provenzale.
Una vegetazione da macchia mediterranea, per profumi e per similitudini territoriali con la vicina Italia, un clima caratterizzato da inverni miti, primavere umide, estati calde ed autunni soleggiati: la Provenza calda e soleggiata, elegante e ancora un po’ inesplorata e selvaggia. Questa regione confina con due grandi denominazioni, tra Chateneuf-du -Pape, Cote Du Rhone a nord, ed a ovest la Languedoc, ma non per questo è meno importante e degna di racconti, storie e descrizioni dettagliate per una visita immaginaria con i fiocchi.
Un’ottima annata: terra di Rosé
La Provenza oltre che storia, territorio, coltivazioni, suoli, profumi, monumenti e vini, è uno stile di vita, che ci consente di assaporarne i gusti delicati, i ritmi più lenti e meno frenetici, con un calice di vino rosato davanti alle immense distese di lavanda al profumo salsedine. Ottime annate, e terra di vini rosati di alta qualità, il vigneto provenzale comprende ben 9 appellation (AOC), tra le più rinomate: Côtes-de-Provence, Coteaux-d’Aix-en-Provence, Bandol, Cassis, e Palette. La prima è la più estesa, e i rosati come accennavamo, comprendono più dell’80% della produzione locale.
Tra i vitigni più conosciuti a bacca bianca il Clairette, conosciuto più nelle denominazioni circostanti ma anche qui in Provenza ci dà vini freschi, pieni e molto molto fini con sentori di mela, limone e in generale frutta polpa gialla; il Rolle, pare che sia la versione provenzale del nostro Vermentino e che infatti troviamo nella vicina Liguria, con quelle caratteristiche di profumi e aromi mediterranei e una punta di sapidità grazie alla vicinanza del mare; il Sémillon dalle grandi caratteristiche organolettiche chiamato Bordeaux Blanc, e conosciuto per il grande blend capolavoro immortale dei vini dolci: il Sauternes, che qui però rimane lui nei suoi profumi inconfondibili di fieno, miele, agrumi, e frutta a polpa gialla, grazie ad un clima ideale fresco, ventilato, ma soprattutto soleggiato; meno nobile del grande Sauternes quindi, ma in purezza da queste parti ha caratteristiche di freschezza, corposità e la giusta sapidità data dal territorio; troviamo infine anche Ugni Blanc (Trebbiano toscano) e Roussane, anche loro coltivati principalmente nelle vicine denominazioni ma che anche qui raccontano il territorio dei calici provenzali.
Ma parliamo di bacche rosse, che sono molte e spesso conosciute per i blend caratteristici dei vini rosati come: Cinsault, Grenache noir, Mourvedre, ma anche Syrah, il Carignan o ancora il Tibouren (il nostro Rossese prodotto a Dolceacqua nel ponente Ligure). Innanzitutto, il territorio, ovvero i terreni sabbiosi e granitici regalano vini con eleganza e profumi spiccati, ma perché sono così conosciuti i rosati provenzali?! Al di là dell’immagine forte costruita e creata nel tempo, che ha contribuito a dare un marchio, c’è un aspetto qualitativo di questi vini soprattutto legato allo stile e al modo di vinificare e processare le uve rosse. Questa regione poco conosciuta anche e proprio per via delle denominazioni vicine più “imponenti ed importanti” nel panorama internazionale, ha creato una nicchia di mercato che ad oggi è fortissima sia a livello nazionale che a livello internazionale, producendo vini di altissima qualità e rivoluzionando le tecniche di produzione e poi di comunicazione.
Racconta la Master of Wine Elisabeth Gabay, durante un’intervista al Wine2Wine di Veronafiere, che il Rose in questa zona (…) nasce con l’introduzione del controllo della temperatura durante le vinificazioni (…), ovvero la macerazione, quel processo in cui si lasciano le bucce dell’uva a regalare aromi e colori al futuro vino, avviene direttamente durante la pressature delle uve e quindi si spiegano i rosati poco colorati, e frutta croccante e profumata dai sentori più rossi di ciliegia e fragola a quelli più scuri di mora e ribes, dipendendo qui dal tipo di blend di uve: se Syrah più prugna e pepe, se Grenache frutta nera alcol e poca acidità, se Carignan, amarene e more con tannini più decisi infine se Cinsault che mette un po’ tutti d’accordo e ammorbidisce tannini e alcol e aiuta a mantenere la freschezza.
La Provence è rosé quindi per molti motivi, dalle tecniche di produzione e vinificazione elaborate negli anni, grazie anche al Le Centre du Rosé l’istituto che si occupa di ricerca in qualità ed innovazione, alle campagne promozionali di comunicazione del vino che vede questo marchio fare una scalata dagli anni ’80 agli anni 2000 inarrestabile; un successo tra i più giovani che cercano nel vino più leggerezza, e facilità di beva, un vino estivo, ma che in questa terra regala anche rotondità sotto una veste fine e profumata, fino a diventare uno stile di vita (sempre grazie alla comunicazione centrata e puntuale francese) regalando immagini di contesti differenti eleganti, al mare, o in piscina…insomma oltre ad una terra lunga, stretta ma accogliente, una terra che ha creato cartoline ed immagini per stimolare indirettamente il consumo di vini di altissima qualità in una zona meno conosciuta.
Il sole nel piatto
E se dopo un calice di ottimo rosato a bordo piscina vi viene fame, qui siamo nella terra dei profumi, sapori intensi e colori, con una grandissima varietà di ortaggi della campagna circostante, il tutto abbinato a varietà di pesci e frutti del fronte roccioso Mediterraneo. Profumi e spezie, olio di oliva, o pietanze e verdure crude servite con la maionese all’aglio l’Aïoli, oppure per iniziare appena seduta a tavola con aperitivi serviti con varietà di “Tapenade” ovvero patè e creme di acciughe, olive, capperi e pomodori, melanzane, carciofi, zucchine e peperoni.
Tra i piatti più tipici ed apprezzati la Ratatouille, che risulterà familiare a chi ha visto il cartone animato della Disney: uno stufato di verdure estive (melanzane, peperoni e zucchine) saltate e stufate in casseruola con olio, erbe e aglio. Una vera delizia per il palato, semplice e delicata, da abbinare ad un bianco profumato o anche un rosso morbido base Grenache. Procediamo con la Bouillabaisse, la zuppa gustosa originaria di Marsiglia, nata per preparare quattro tipi di pesce tra scorfano, rana pescatrice (grassa e gustosa), pesce San Pietro, triglie, gallinella, nasello, orata ed infine la gustosa aragosta.
Pesci da scoglio con aggiunta di profumi, zafferano, e olio da inzuppare nel pane croccante, con un calice di rosé. Sempre tra le verdure il Provencal complet, misto di patate bollite, uovo sodo, couquillage e molluschi accompagnato dalla salsa aïoli. Nel periodo invece noto per la raccolta dei carciofi che cade prima della primavera a seconda delle tipologie, l’Arichauts à la barigoule, ovvero carciofi locali violetti farciti con lardo e cotti nel vino. In zona Camargue troviamo più carne come Stufato di toro, servito con riso, Gardianne de taureau; sempre tra le carni i loro salami chiamati Saucisson, si trovano un po’ in tutta la Francia ma qui nella bella città di Arles troviamo quelli di asino, oppure di toro sempre nella Camargue.
Infine, tra i pesci frutti di mare qui siamo in buone mani, Supion Frits, calamari saltati in padella e conditi come da piatto tipico elaborato francese con aggiunta di aglio e prezzemolo, oppure Loup au fenouil, la spigola ripiena di finocchi e cotta in forno con vino bianco oppure cotta alla griglia; Infine, per gli amanti del vero sapore del mare e salsedine il Plat du fruit de mer un misto di cozze, granchi, gamberi, e ricci di mare una delizia da abbinare ai rosati della zona. Ultima chicca che mi ha stupito andando in visita da queste parti, sono le Moule (cozze), cucinate in ogni modo e servite in casseruole piene di sapori: dalle cozze al Roquefort, alle “semplici” con cipolla bianca saporita e prezzemolo, il tutto accompagnato dalle Friet, patatine fritte caserecce che accompagnano spesso le Moule come anche da tradizione belga.
Come sempre mix di sapori e culture, ma qui speciale per i colori e aromi intensi dati dal sole e dalla vicinanza del mare, pittori come Cezanne innamorato della Provenza, e scrittori poeti nel mondo che si sono ispirati a questa brillante terra e rifugiati qui per terminare le loro vite in solitudine ammirando e apprezzando questo splendido territorio.
Santé!
Barbara Costantino
Formatore Sommelier