Una delle più antiche e importanti zone vitivinicole in Toscana, è quella del Carmignano DOCG, considerato forse il più antico DOCG della storia, valutando quanto questo vino è stato tutelato fin dal Rinascimento.
Questa delizia tra i vini toscani rossi nasce nelle province di Prato (Carmignano è il nome di un comune limitrofo), e ufficialmente la denominazione DOCG risale al 1990, includendo un disciplinare che vede tra le uve utilizzabili quelle dei vitigni Cabernet Franc, Canaiolo nero e bianco, Sangiovese, Trebbiano toscano, Malvasia bianca lunga.
Un territorio dove si produce vino fin dall’epoca etrusca, come testimoniato dai vasi di vino delle tombe dell’epoca. L’ambiente è favorevole alla coltivazione della vite, con un microclima luminoso e ventilato nei pendii, piogge ben distribuite durante l’anno, anche in estate e in particolare a settembre e ottobre, ed escursioni termiche che rendono favorevole la maturazione dell’uva di questo vino rosso strutturato ed elegante, equilibrato negli aromi fini e perfetto per l’invecchiamento.
La storia del Carmignano, l’unico tutelato da secoli tra i vini toscani
La coltivazione della vite nei territori di Carmignano è documentata sia in epoca romana, sia ufficialmente nel IX secolo tramite un’antica pergamena. Da allora in poi, la produzione del Carmignano si è protratta per secoli, tra i vini toscani più noti come il Chianti o quelli meno rinomati ma d’eccellenza come il Brunello di Montalcino.
Il territorio di Carmignano fu scelto dal Granduca Cosimo III de’ Medici nel 1716 come una delle zone vinicole del Granducato di Toscana, insieme ad altri tre vini toscani Chianti, Pomino e Valdarno Superiore. Un suo decreto stilava uno dei primi disciplinari in assoluto con norme di produzione, limiti geografici, commercio dei vini – per alcuni, la prima DOCG al mondo!
Ritornato nelle tendenze di consumo solo negli anni Settanta, il Carmignano fu persino uno tra i vini toscani “eclissati” che negli anni Trenta furono inglobati nella DOC Chianti Montalbano. Un lungo lavoro di recupero di questa produzione fu tenuto dal dopoguerra in poi da personaggi coinvolti nella coltivazione e produzione del Carmignano come Ugo Contini Bonacossi della Tenuta di Capezzana, Giovanni Cianchi de Il Poggiolo e Guido Lenzi.
Dal 1990 ritornò la DOC Carmignano, frutto del lavoro su tanti vitigni che non sempre sono presenti in Toscana e rendono questo vino diverso dal Chianti, dato che il Carmignano tra i vini toscani è caratterizzato da una notevole quantità di Cabernet franc (vitigno di derivazione francese, a quanto pare trapiantato qui dal volere di Caterina de’ Medici nel Cinquecento).
Il Consorzio Carmignano
Dagli anni Settanta si è costituita anche un’associazione di produttori che si rifà alle denominazioni del Settecento, che dal 1999 è un Consorzio di Tutela riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Si tratta di un consorzio decisamente ridotto come estensione territoriale ma molto attento al mantenimento dell’omogeneità dei terreni, la loro qualità per la coltivazione e al produzione della DOCG Carmignano.
Sono i 135 ettari condivisi tra Carmignano e Poggio a Caiano, in una zona collinare tra i 250 e i 400 metri sul livello del mare, che da una parte si rivolge alla Valle dell’Arno.
Qualità e non quantità, nella produzione di questo che tra i vini toscani sembra essere uno tra i più esclusivi, ormai noto anche all’estero, di facile diffusione anche per le limitrofe zone del Chianti ben note in tutto il mondo – anche se ricordiamo che è ben distinto dal Chianti grazie alla presenza di uve dei vitigni bordolesi.
Ti invitiamo, alla fine della lettura di questo articolo, a visitare la pagina del nostro
CORSO DEGUSTAZIONE VINO
attivo su oltre 20 città italiane, riconosciuto a livello internazionale e strutturato su un percorso di 2 livelli.
Il corso con processo formativo realizzato in conformità alla Norma Internazionale UNI EN ISO 9001:2015.
Le caratteristiche del vino Carmignano
Chi segue una formazione specifica come sommelier oppure tramite i corsi di degustazione vino, sa che i vini toscani presentano spesso caratteristiche differenti ormai, perché oltre all’origine dal territorio sono lavorati in modo complesso a livello di vinificazione, per rendere sul mercato prodotti ad alta esportazione, come i Super Tuscan.
Il Carmignano, rimane particolarmente originario, grazie a questa sua caratteristica di terreni circoscritti e una lunga storia di definizione delle uve e dei metodi di lavorazione.
Sontuoso nell’unione tra la raffinatezza del Sangiovese e la maestosità del Cabernet, il questo vino sprigiona la sua eleganza e personalità nei sapori pregiati, che si esprimono al meglio dopo un invecchiamento in botte di un anno, per cui alcuni produttori utilizzano anche le barrique francesi ormai, oltre a quelli che rimangono tra botti di legno di rovere o castagno. Per la sua acidità e i decisi tannini, il suo potenziale di invecchiamento è notevole.
Almeno altri 2 anni di invecchiamento creano il Carmignano Riserva, con una gradazione alcolica minima in ogni caso di 12,5%.
I suoi profumi intensi, che ricordano anche il mammolo, amarene e mirtilli, preludono al sapore pieno, morbido e vellutato, asciutto, complesso nella trama dei tannini e una freschezza finale che lo rende perfetto negli abbinamenti con arrosti di carni rosse, grigliate e spiedini di agnello, cacciagione.
Si accosta perfettamente con la tradizione della cucina toscana più ricca, come nell’anatra e nella bistecca alla fiorentina, il peposo di Petigliolo a base di vitellone, la scottiglia di carni miste.
Da servire a 18-20 °C, il Carmignano è un vino che va aperto almeno 2 ore prima di essere bevuto, per gustare appieno le sue caratteristiche armoniche e raffinate.
Uno dei vini toscani rossi più antichi d’Italia che esiste anche in versioni di Carmignano rosato, detto anche Vin Ruspo, e del Carmignano Vin Santo. Quest’ultimo, ottenuto dai migliori grappoli di uve Trebbiano Toscano e Malvasia, che vengono fatte appassire fin quando la concentrazione di zuccheri sia molto alta.
Pressati i grappoli e poi posizionato il mosto nei piccoli caratelli, si fa fermentare per 3-4 anni in ambienti sottoposti a sbalzi di temperatura, in modo che tali modificazioni stagionali siano parte della maturazione del vin santo di Carmignano, squisito nettare di dolcezza di questa terra, che stupisce ben oltre i classici vini toscani!