Vi sembrerà strano ma un po’ vi conosco.
Sì, ognuno di voi.
Vi vedo entrare in pizzeria, prendere in mano il menù scegliendo attentamente gli ingredienti che più vi soddisfano e perdere anche dei quarti d’ora a volte per cercare la vostra pizza preferita con quel tocco “Gourmet” incluso e sono sicuro che quando arriverà il cameriere e la ordinerete, alla domanda “Cosa volete da bere?” voi risponderete “Una birra!”.
Qual è l’accostamento migliore con la pizza?
Perché non bere birra mangiando la pizza
Vi devo sfatare un mito: birra e pizza contengono entrambe lieviti che possono creare gonfiore e pesantezza anche al più forte di stomaco. La freschezza e il risparmio economico che si può avere nell’ordinare “una media”, pensando che la frizzante sensazione e la bassa gradazione alcolica possa dissetarci da quel mix di lievito, formaggio e pomodoro quale è la pizza può essere sostituito da un’altra grande bevanda: il vino.
Con la pizza si apre un vero e proprio mondo di abbinamenti possibili, tutti da utilizzare con attenzione in base agli ingredienti scelti. Proviamo per un attimo a giocare a un derby tutto italiano, provando a fare un’amichevole mettendo in campo la vasta rosa dei vini italiani con l’infinita varietà di ingredienti per la pizza.
Non storcete il naso, proviamo a pensare al vino in ottica di abbinamento ideale per la pizza, iniziando dalla più semplice: la Margherita.
Pizza World Cup: VINO VS BIRRA
Avete di fronte il trionfo della cultura culinaria italiana, con il pomodoro che crea una sensazione di acidità molto forte nella nostra bocca, bilanciato solo dalla mozzarella che, con la sua grassezza, crea un equilibrio perfetto ad ogni morso.
Vorreste veramente dirmi che, in questo momento d’estate, un sorso di birra (probabilmente tedesca e alla spina) potrebbe appagarvi completamente?
Cerchiamo di bilanciare l’acidità della pizza con un vino italiano, scegliamo qualcosa con alta acidità ma allo stesso tempo corpo, possibilmente con basso tannino per evitare che una sensazione simile al gusto del sangue possa pervadere la nostra bocca dopo aver incontrato il pomodoro. In questo caso la scelta dovrà spostarsi su un vino rosso che non dovrà però avere un alto grado alcolico per non sovrastare e anestetizzare la freschezza del pomodoro, oppure un vino rosato che potrà placare la vostra sete e appagare la vostra vista facendovi guadagnare magari qualche like in più su Instagram grazie alle sfumature colorate che creerà sulla tavola.
Se optate per il vino rosso provate una Schiava DOC o un Lagrein dell’Alto Adige oppure una Barbera. Scendete pian piano a sud nelle regioni vitivinicole d’Italia e ordinate un Lambrusco (magari un Lini910) per avere una sensazione di piacevole freschezza in bocca, entrate in Toscana e prendete un calice di Chianti Classico DOCG e, se avete voglia saltate fino in Sicilia per assaggiare un Nerello Mascalese (perché no, Tascante di Tasca D’Almerita) giovane dove troverete un connubio perfetto tra i due protagonisti della tavola.
Se invece pensate che il rosato possa essere l’abbinamento perfetto magari allora la nostra penisola è piena di perle rosé da stappare per un accostamento pizza-vino perfetto: partite dal Bardolino Chiaretto DOC o un Riviera del Garda Classico DOC (un Rosa dei Frati di Cà dei Frati è l’ideale), scendete verso Bolgheri e fermatevi per una sorsata di rosato toscano, passate per l’Abruzzo per un Cerasuolo d’Abruzzo DOC e arrivate in Campania scegliendo un vivace e intenso Aglianico rosato per far sentire a casa la nostra “Regina” Margherita.
Basta poco per mettere al tappeto la birra e far guadagnare il primo punto al vino.
La varietà di ingredienti della pizza e il vino
Ora il gioco inizia in farsi interessante e la complessità d’ingredienti potrà mettervi alla prova. Aggiungete sulla vostra pizza prosciutto, salamino, acciughe e avrete la bocca che implora freschezza, acidità e perché no, anche una sensazione di sollievo frizzante.
La birra potrebbe essere la vostra prima ancora di salvezza ma restate saldi con il pensiero che il lievito di quest’ultima potrà esservi nemico a fine pasto.
Evitate vini con alto grado alcolico in quanto la piccantezza del salamino e, per esempio, un sorso di Amarone della Valpolicella DOCG potrebbero darvi la sensazione di buttare benzina sul fuoco in una bocca che reclama qualcosa di “fresco” per spegnere l’incendio sulle vostre papille gustative.
La salinità degli ingredienti sopra citati potrà creare un’arsura nella vostra bocca che potrà essere smorzata con un vino spumantizzato Metodo Classico evitando qualcosa di troppo fruttato che un Metodo Charmat, come il Prosecco, potrebbe offrire. Addentratevi se volete nel dosaggio meno marcato del Metodo Classico e arrivate al Pas Dosè magari di un Trento DOC (perché non provare un Alpe Regis di Rotari?) o un Franciacorta DOCG fino a giocare ancora con il Lambrusco per ravviare con un leggero pizzicore le anestetizzate papille gustative.
Le pizze bianche vedono un grande uso da parte dei pizzaioli di formaggi di vario tipo, componente che nella nostra bocca creerà una sensazione di grassezza e dolcezza. La caratteristica acidula del pomodoro deve essere così sostituita da un vino con una buona acidità e freschezza, togliendo tutti i vini affinati in botte ma scegliendo qualcosa di facile beva, di poca complessità e molta acidità al palato. Il vino bianco in questo modo è chiamato in campo sostituendo il vino rosso che – per colpa del tannino – sarà di poco aiuto in questo match per l’abbinamento ideale. Togliamo dalla panchina il Trebbiano (o meglio, il Turbiana) e nello specifico il Lugana DOC con i suoi profumi non troppo invadenti ma con sensazioni molto sapide grazie alla sua prossimità con il lago di Garda. Restiamo al Nord e optiamo per un Pinot Grigio dell’Alto Adige (mai provato un Alois Lageder?) o spostiamoci in Piemonte per un Gavi di Gavi DOCG.
Scendiamo nella penisola e arriviamo nelle Marche per ordinare un Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC e poi entriamo in Campania dove, tra Fiano di Avellino DOCG e Falanghina DOCG la scelta inizierà a essere difficile.
Concludiamo con una pizza di monti più che mari, dove il “terreno” degli ingredienti deve combinarsi con il “terreno” degli aromi nel nostro calice di vino. Scegliamo ingredienti provenienti dalla terra come funghi, tartufo, patate e verdure, tutti elementi con gusti forti, caratteristici di un determinato territorio così come lo saranno i vini che andremo a scegliere. Un Pinot Nero dell’Alto Adige riserva (vi consiglio il Donà Noir di Hartmann Donà) potrà evocare aromi di funghi e cuoio, mentre un Barbaresco DOCG (o Barolo DOCG, carta di credito permettendo) possono giocare in casa ed essere abbinati perfettamente con il tartufo d’Alba se usato come ingrediente Gourmet della vostra pizza.
Finito il match, il vincitore indiscusso è ovviamente il vino.
La moltitudine di ingredienti per creare la vostra pizza è infinita, così come infiniti sono gli abbinamenti che si possono fare giocando con le varie sensazioni tattili e gustative unendo il vino al vostro pasto. In ogni caso, cercate sempre di pensare in maniera semplice, evidenziando le caratteristiche sensoriali della pizza che avete ordinato e di quello che cercate nel vino per creare un abbinamento perfetto e bilanciato, giocando sulle texture dei due protagonisti, non lasciando l’uno sovrastare il secondo e viceversa.
Il mondo degli abbinamenti pizza-vino è un campo di gioco immenso, basta solo disporre le pedine in maniera giusta, allenandosi per una performance che porterà soddisfazioni stando attenti a evitare scontati cartellini rossi ordinando cose che potrebbero infastidire il cameriere, come per esempio l’ananas sulla pizza.
Buon match!

Cresciuto a Valpolicella ed Amarone, Edoardo è un WSET Diploma Candidate. Ha vissuto e lavorato tra Berlino e la Borgogna come sommelier ed è tornando per mettere le proprie radici a Verona.
Attualmente – oltre che ricoprire il ruolo di educatore Degustibuss per Verona – lavora come Direttore di un Wine Retreat in Valpolicella, organizzando eventi legati al vino.