Tra le tante varietà del Lambrusco, quello di Sorbara è uno tra i più noti per le sue caratteristiche vivaci, il più elegante e raffinato tra i Lambrusco, che prende il suo nome dal paese omonimo e la sua bontà dal vitigno che cresce tra il Secchia e il Panaro.
La provincia di Modena è la culla del Lambrusco più elegante, dal profumo floreale e la spuma effervescente, sapori delicati e aciduli, che lo rendono un vino aromatico molto richiesto per la degustazione vino.
Un vitigno unico e raro, per un Lambrusco pregiato
Il terreno del vitigno lambrusco di Sorbara è formato da un suolo sabbioso e ricco di potassio, un terreno alluvionale per gli antichi depositi dei fiumi, che rendono così speciale questo vino.
Un vitigno nato dalla vitis labrusca, che cresceva spontaneamente in Emilia, in modo tardivo e selvatico – un carattere che il vino eredita nel suo essere asprigno, acido anche se con sentori fruttati e floreali, tra frutti rossi e violetta.
La sua versione frizzante è quella più apprezzata dato che esalta il suo carattere con una facile bevibilità, il famoso Lambrusco per il cin cin conviviale, piacevole e beverino!
I grappoli del vitigno restano spesso molto piccoli per la mancata fecondazione degli acini, causata dalla sterilità del polline. Per questo il Lambrusco di Sorbara presenta delle perdite di prodotto in fase di raccolta, rese scarse di oltre 2/3 della vendemmia, che però si bilanciano con gli alti livelli di qualità delle uve utilizzabili. A tal fine, spesso si coltiva nei pressi il Lambrusco di Salamino, dalla resa maggiore e utilizzabile nella produzione.
Si rende, quindi, un vino pregiato, accomunato dalla sua rarità e nobiltà ad altri vitigni italiani e francesi, per la qualità molto elevata delle produzioni.
Le fasi di vinificazione del Lambrusco frizzante
Il carattere e il sapore inconfondibili di questo vino delicato, armonico e gradevolmente acidulo e aromatico, sono il frutto di una raccolta uve pregiate, ma anche di un processo di vinificazione attento nel caso del Lambrusco di Sorbara frizzante.
Prodotto con uve Sorbara, dopo la vendemmi la pigiatura e pressatura soffice sono la prima fase per la vinificazione con il metodo Charmat, di solito, che dona un perlage fine e persistente, un sapore secco e fresco al palato, perfetto per i piatti più disparati dà il meglio di sé a tavola.
La dolcificazione del vino si effettua con mosti d’uva concentrati o parzialmente fermentati, vini dolci da uve dei vigneti iscritti all’albo delle vigne DOC, oppure con mosto concentrato rettificato. La presa di spuma, in un’annata, dovrà effettuarsi con mosti di uve e vini provenienti sempre dalle zone di produzione DOC.
Prodotto nelle tipologie rosso spumante, rosato spumante, rosso frizzante e rosato frizzante, il Lambrusco di Sorbara gode sempre di riflessi violacei, e come vino frizzante si contraddistingue per la spuma evanescente e un titolo alcolometrico di 10,5° minimo.
L’elevata acidità perfetta con molte pietanze, e un corpo poco pronunciato anche per i brindisi, lo rendono molto amato e richiesto. Antico nelle origini del vitigno ma moderno per il suo carattere beverino, il Lambrusco di Sorbara è in ascesa nei gusti dei consumatori ma anche degli intenditori, sommelier o appassionati di degustazione vini, che iniziano a comprenderlo e apprezzarlo ogni anno di più.
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Consorzio e DOC per il Lambrusco di Sorbara
Fu riconosciuto come vino a Denominazione di Origine Controllata già nel 1970, e la sua zona di produzione vitivinicola è data dai comuni di Bastiglia, Bomporto, Nonantola, Ravarino e San Prospero in provincia di Modena. Si aggiungono i territori in parte compresi nei comuni di Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Modena, San Cesario sul Panaro e Soliera.
Nel tempo è stato definito un disciplinare che istituisce le regole per denominare il Lambrusco di Sorbara DOC secondo le varie versioni di vino rosso, rosato, frizzante e spumante. Il minimo del vitigno deve essere del 60% per il Lambrusco di Sorbara, e massimo 40% Lambrusco di Salamino. Al massimo uve di altri lambruschi del 15%, e la pratica per la fermentazione naturale in bottiglia, o la rifermentazione, è quella ammessa per le versioni frizzanti e spumante.
La tutela e la promozione di questo vino è affidata al Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, che oltre al Lambrusco di Sorbara, si premura di controllare e pubblicizzare il Lambrusco Salamino, di Grasparossa di Castelvetro e il Lambrusco di Modena.
Tra le migliori cantine del modenese per quel che riguarda il Lambrusco di Sorbara, celebri sono i vini Pietra Chiara Lambrusco di Sorbara Dop dell’Azienda Agricola Pezzuoli, lo spumante Brut Rosé Lambrusco di Sorbara della Cantina della Volta, il Villa Badia Lambrusco di Sorbara Dop della Cantina di Carpi e Sorbara.
Gli abbinamenti a tavola
Il servizio, dai 12 ai 14 °C, si esalta per questo vino con piatti saporiti, ricchi come la pasta al forno o ripiena, i bolliti di carne o le grigliate, cotechini e zamponi modenesi, come da tradizione. Inoltre, risulta un vino ideale per la cucina emiliana così come con la pasta in brodo, piatti di pesce saporiti, fritture, formaggi tipici del territorio come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano.
Non disdegna la cucina internazionale, questo vino infatti è richiesto anche all’estero come abbinamento che il Lambrusco di Sorbara accoglie con aperitivi sfiziosi e finger food, ottimo anche nella preparazione di cocktail, da mixare con Gin, Vermouth e Brandy per una miscelazione unica!