Si dice che non bisogna giudicare un libro dalla copertina…ma si può giudicare una bottiglia dall’etichetta? Sicuramente non c’è una correlazione diretta tra il vino all’interno di una bottiglia e l’etichetta al suo esterno (una bella etichetta non è sinonimo di un buon vino), ma l’etichetta di un vino è sicuramente in relazione con l’acquisto della bottiglia stessa, specialmente per chi non ha un’idea chiara di quello che vuole comprare o non è un esperto. Certo potrebbe fare eccezione l’etichetta di un vino celebre e con una certa storicità alle spalle, in quanto riconoscibili anche da un pubblico non esperto. Una bottiglia di Dom Perignon con la mitica etichetta a punta, l’essenzialità del bianco su nero del marchio Gaja o la rosa dei venti del Sassicaia sono sicuramente “brand” prima che vini.
È innegabile che i consumatori acquistino prima con gli occhi, specialmente se devono scegliere una bottiglia in uno scaffale di un negozio senza il supporto di un sommelier. Ad avvalorare questa tesi troviamo anche una ricerca di wine.net che a un campione di 2000 bevitori di vino ha mostrato una serie di bottiglie molto diverse tra loro e gli chiedeva di scegliere quale avrebbero acquistato. L’82% ha affermato che la sua decisione era basata principalmente sull’etichetta!
Se si è un produttore non si può sottovalutare l’importanza dell’etichetta vino. Bisogna progettarla con cura, far in modo che racconti qualcosa di quel vino e soprattutto che rimanga impressa nella mente del consumatore. Ma quali sono le caratteristiche che fanno una buona etichetta vino? Quali sono i fattori da tenere in considerazione? Vediamo.
Etichetta vino
5 punti fondamentali per farsi notare
Indicazioni obbligatorie per legge nelle etichette del vino
Partiamo innanzitutto da quello che deve comparire su un etichetta del vino per legge. L’etichetta è la carta d’identità del vino, consente al consumatore di essere consapevole di quello che acquista e gli garantisce la giusta tutela, fornendogli un’adeguata informazione al fine di non essere fuorviato o influenzato. Assicura inoltre una corretta concorrenza evitando comportamenti sleali che possano inquinare il mercato e tutela le eccellenze. Le indicazioni obbligatorie sono stabilite dalla Legge Comunitaria e dai singoli Stati (per quanto riguarda l’Europa) e sono uguali per tutti i prodotti vitivinicoli. Tutte le indicazioni obbligatorie di un’etichetta vino devono figurare sulla bottiglia nello stesso campo visivo in modo da poter essere lette simultaneamente senza dover girare il recipiente (art. 40 Reg UE 33/2019) in caratteri indelebili e chiaramente distinguibili dall’insieme delle altre indicazioni facoltative e dai disegni. Devono avere dimensioni pari o superiori a 1,2 mm a prescindere dal formato utilizzato e in una lingua facilmente comprensibile da parte dei consumatori degli stati membri nei quali l’alimento è commercializzato. Nello specifico le indicazioni obbligatorie da trovare sull’etichetta vino sono:
• Designazione della categoria di prodotto (Vino, Vino da uve stramature, etc.) o Denominazione. Se si tratta di DOCG – DOC – IGT
• Titolo alcolometrico effettivo (art. 44 Reg. UE n. 33/2019)
• Provenienza (art. 45 Reg. UE n. 33/2019)
• Nome e sede dell’imbottigliatore (o nel caso dell’Importatore se è da Paese terzo – Art. 46 Reg. UE n. 33/2019)
Altre indicazioni obbligatorie anche fuori campo visivo:
• Lotto
• Allergeni (contiene solfiti)
• Volume nominale
Per i vini spumanti (art. 47 Reg. 33/2019) è obbligatorio inserire i termini che indicano il tenore zuccherino (nature, brut, dolce…). Infine nell’export bisogna porre particolare attenzione alle norme specifiche dei singoli Paesi adeguando le informazioni e le indicazioni di presentazione dei prodotti
immessi in commercio.
Etichetta vino: Conosci te stesso e il tuo pubblico
Un’etichetta vino ha pochissimo spazio a disposizione e come abbiamo visto una parte è destinata alle indicazioni obbligatorie, quindi ogni elemento grafico scelto deve avere il massimo impatto. Per prima cosa un produttore deve dire chi è e raccontare la sua storia. L’identità è sicuramente il punto di partenza nella costruzione di un’etichetta vino. Si tratta di un’azienda storica? È un nuovo produttore? Alcuni produttori inseriscono un motto aziendale, una piccola frase che ci contraddistingua. Si possono aggiungere elementi distintivi come un blasone o lo stemma di famiglia. In Francia è facile trovare in etichetta un acquerello o un disegno stilizzato o una foto del proprio chateau con l’edificio principale e i vigneti circostanti. Si può puntare sul territorio, mettendo in evidenza il paesaggio del luogo di provenienza (monti, laghi, mare, montagne, anse di un fiume).
Dopo aver fatto un lavoro su se stessi, ciascun produttore deve conoscere quale sarà il proprio pubblico di riferimento. A chi sono destinate queste bottiglie? A un pubblico giovane? Esperto? Distribuzione in enoteca o GDO? A che prezzo è posizionato il prodotto? Conoscere anche i gusti dei consumatori può aiutare dando delle indicazioni in etichetta di quello che troveranno nella bottiglia. I millenial in un wine bar avranno aspettative diverse rispetto a dei facoltosi signori in un ristorante stellato.
Etichetta vino: la forza dei colori
Una volta che si ha chiara l’idea di se stessi e del pubblico che si sta cercando di raggiungere, si deve concentrare sul progetto vero e proprio. Le bottiglie di vino hanno colori piuttosto standard: i rossi sono venduti in bottiglie verde scuro o marrone o nero, mentre i bianchi sono venduti in bottiglie chiare o verde pallido talvolta trasparenti. Il primo passo per scegliere una combinazione di colori per la tua etichetta è assicurarsi che si abbini bene alla bottiglia in cui sarà venduto e giocare anche con i colori delle capsule. In genere i rossi seguono tradizionalmente due combinazioni di colori: colori scuri e profondi su un’etichetta bianca oppure colori ricchi di inchiostro rossi, blu o oro su etichetta scura, nera o grigia. Le etichette dei vini bianchi tendono a virare su colori come il blu, il verde e il giallo molto spesso su etichetta bianca. Per gli spumanti l’oro e l’argento la fanno da padroni, alternando sfondi blu, perlati o rosa.
I colori ci possono aiutare anche a distinguere diverse gamme di prodotto all’interno di un’azienda. Possiamo attraverso gruppi di colore (accesi, pastello, essenziali) unificare un vino bianco, un rosso e un rosato di fascia basic rispetto a un altro tris degli stessi vini ma top di gamma.
Un esempio dell’uso del colore possono essere le coloratissime etichette del Beaujolais nouveau che rappresentano un vino giovane, da bere subito, un vino festoso dal carattere gioviale. Se voglio rappresentare un vino invece dal carattere più austero, un rosso da invecchiamento magari, limiterò la scelta dei colori optando per un etichetta panna in modo che non si vedano troppo i segni del tempo e colori come il rosso o il marrone.
Etichetta vino: lo stile, il font e le immagini
Gli stili si basano su due principali dicotomie: elegante / audace e moderno, minimalista / classico e tradizionale. Come abbiamo visto la scelta è sempre in base alla personalità del vino, del suo prezzo e dei tuoi consumatori.
Il font che viene scelto per l’etichetta dirà molto al consumatore su cosa stapperanno. Le cantine tradizionali usano stili di carattere e design più accattivanti che evocano la loro storia e autenticità. Le etichette spesso si basano su font di tipo serif o script. Le cantine moderne e alla moda spesso usano audaci sans serif per dare un tocco contemporaneo, le etichette sono spesso più spaziose, con molto spazio bianco. Dall’altra parte invece di porre l’accento sul nome completo dell’azienda, estraggono spesso una lettera o un logo e lo rendono grande e accattivante.
Le immagini consentono di essere davvero unico. Come abbiamo visto, si possono riportare sull’etichetta vino disegni distintivi dell’azienda e del territorio, ma allo stesso tempo si può scegliere un elemento e farlo diventare protagonista: una farfalla, un albero, un passerotto. Questi elementi possono anche far parte di uno storytelling più ampio, rappresentando la sintesi di una storia che si può raccontare in altre sedi (banchi d’assaggio, sito, social).
Il caso iconico di Donnafugata che ha fatto disegnare ogni etichetta da un artista che attraverso figure di donna racconta la personalità del vino e ognuno di loro è abbinata una poesia e una canzone. Qui le etichette sono una vera e propria esplosione di colori, uniche e riconoscibili in tutto il mondo immancabilmente abbinate con le capsule.
Etichetta vino: i materiali e la sensazione tattile
Tutto quello che abbiamo visto finora ha bisogno di una buona base per poter prender forma. I materiali scelti devono essere performanti per adattarsi a diverse situazioni. La bottiglia andrà in frigo? Sarà a contatto con acqua o ghiaccio? Deve subire i segni del tempo? Oltre alle classiche carte usomano, autoadesive o patinate il mercato del vino richiede sempre di più carte speciali.
Arconvert e Fedrigoni sono sicuramente leader di questo settore: offrono alle aziende wine & spirits una produzione a livello globale di carte e films autoadesivi di altissimo livello, che garantiscono elevate performance in termini di flessibilità, elasticità e resistenza ad agenti esterni. Trattamenti come l’UltraWet Strenght (UWS), il waterproof e il greaseproof (antimacchia) sono l’ideale per proteggere l’etichetta dall’acqua, dal freddo e dalle macchie del vino stesso.
Pensi che sia semplice? Prova a creare la tua etichetta grazie a questo simulatore per etichette di Arconvert!
Stefania Zona
Relatore per Degustibuss regione Campania, in possesso del secondo livello WSET, Sommelier AIS. Laureata in Culture digitali e della Comunicazione nell’Università Federico II di Napoli, ha fatto della sua passione un lavoro unendo gli studi all’amore per la sua terra e per il vino. Si occupa di comunicazione digitale nel settore enogastronomico. Ha collaborato con diverse associazioni, cantine e locali sul territorio per la realizzazione di eventi e degustazioni con l’obiettivo di promuovere i vitigni e i vini campani.