Terza regione vitivinicola tedesca in termini di produzione. Sicuramente la più importante e rinomata per prestigio internazionale, sinonimo di vini bianchi con un connubio impareggiabile di eleganza, finezza e capacità di invecchiamento. Si tratta di una regione di una bellezza disarmante: la Mosella.
I Vini della Mosella
I Vini della Mosella: made in Germany
Ci troviamo nella zona occidentale della Germania. Qui le colline Hunsruk e Eifel sono solcate dall’omonimo fiume Mosella. Questo corso d’acqua è la spina dorsale della regione, scorre in direzione Nord Est attraverso il Rhine, con i suoi due affluenti Saar e Ruwer. La regione della Mosella segue il corso del fiume dal momento in cui esso sconfina in Germania (al confine con Francia e Lussemburgo) fino alla città di Koblenz, dove si butta nel fiume Rhein. La regione è definita infatti Mosel-Saar-Ruwer nella denominazione ufficiale tedesca (Anbaugebiet) ed è una delle zone atte alla produzione di vino di qualità tra le più settentrionali al mondo. Siamo intorno al 50° di latitudine N, un po’ più a nord della Champagne. La Mosella è suddivisa in sottozone: la zona a nord (vicino a Koblenz) è definita Lower Mosel dove per la latitudine e il clima è molto difficile ottenere uve mature, la spettacolare Midlle Mosel è la zona centrale, la più vocata e antica, dove troviamo diversi Grosslagen (sorta di vigneti Grand Cru) intorno a Bernkastel e la Upper Mosel, vicino al confine col Lussemburgo.
Impossibile parlare dei vini della Mosella e non citare il Riesling
L’uva bianca che monopolizza quasi completamente le attenzioni dei produttori della Mosella è il Riesling, la varietà tedesca per antonomasia nonché la varietà a bacca bianca più straordinaria al mondo per carattere, versatilità e potenziale di invecchiamento. Il Riesling della Mosella viene prodotto in tutti gli stili che vanno dal dolce al secco, accumunati però da una distinta e marcata tensione acida. L’archetipo del Riesling della Mosella è un vino bianco di colore giallo molto tenue, con fragranze che ricordano i fiori di primavera, agrumi, lime, mela verde e una nota che ricorda il petrolio. In bocca una pungentissima e fruttata acidità, talvolta accompagnata da una lievissima effervescenza, accarezzano il palato con tempi di persistenza gustativa spesso stupefacenti. I vini della Mosella sono tipicamente imbottigliati nell’alta e snella bottiglia verde scuro chiamata flute, conosciuta anche come Rhein o Alsaziana.
Viticoltura Eroica
In questa regione la viticoltura è praticata fin dai tempi dei romani con vigneti posti lungo le pendici del fiume che si muove sinuoso lungo tutta la regione. Una viticoltura che è allo stesso tempo suggestiva e difficile, praticata in condizioni ambientali quasi proibitive, da definire a tutti gli effetti eroica.
Il primo parametro estremo è sicuramente il clima freddo di una regione così settentrionale, dove anche l’irraggiamento solare è limitato e va quindi massimizzato nella scelta di impianto a livello di esposizione, altitudine e pendenza. Il Riesling può giungere a maturazione solo sui versanti esposti a sud e sud-ovest, quindi più soleggiati e più ripidi per massimizzare l’irraggiamento. Anche la vicinanza al fiume è importante per sfruttare l’azione mitigante del corso d’acqua. Un altro aiuto dato dal fiume è l’azione specchio: l’acqua riflette i raggi solari garantendo una percentuale di irraggiamento extra alle viti più prossime al fiume. Ogni fonte di luce è oro qui. Importantissimo il suolo d’ardesia tipico della Mosella, che da un lato drena massivamente l’abbondante surplus di pioggia che caratterizza la regione grazie alla sua porosità, dall’altro accumula calore durante il giorno nei ciottoli superficiali e scalda i grappoli durante la notte.
Le sponde del fiume sono a picco, di conseguenza le vigne sono piantate su versanti tra i più ripidi del mondo, alcune addirittura con pendenze di 70 gradi. Nessun altro tipo di coltura potrebbe essere praticata su alcuni versanti più ripidi. Migliaia di piccoli vignerons sostengono che sia sconveniente questo tipo di coltivazione con i prezzi bassi a cui sono venduti i vini oggigiorno. Se aggiungiamo che trovare manodopera disposta a lavorare in queste condizioni estreme è sempre più difficile, ecco spiegato il sempre più diffuso fenomeno di abbandono delle vigne.
Si dice che le vigne della Mosella siano quelle che richiedono più ore di lavoro al mondo ed onestamente non ho mai avuto difficoltà a crederlo: mediamente implicano 7 volte le ore di lavoro manuale rispetto, ad esempio, alle vigne pianeggianti del Medoc. Molti viticoltori sostengono che ogni ceppo viene controllato singolarmente almeno otto volte l’anno. Parliamo di viti legate ad un palo di sostegno verticale piantate su pendenze da tappone alpino del giro d’Italia. Alcuni versanti sono così ripidi e irregolari che per l’impianto e la gestione del vigneto alcuni operai hanno addirittura perso la vita. Pensate che i preziosi ciottoli di ardesia, durante le soventi e copiose piogge scivolano a valle. Da quel punto devono essere raccolti a mano e riportati a braccia in cima alle scarpate perché sono imprescindibili per aiutare li vigneti nella maturazione. No, il trattore non ce la fa a salire.
Come in Borgogna, le condizioni pedoclimatiche cambiano in pochissimi metri di terreno anche nella Mosella, quindi è comune che molte aziende siano proprietarie di piccoli appezzamenti di diverse singole vigne. Altitudine ed esposizione sono parametri determinanti qui, ancora più che in Cote d’Or: in alcuni punti è semplicemente impossibile che il Riesling giunga a maturazione. I Riesling che si ottengono in Mosella sono altamente acidi e con basso tenore alcolico. Un risultato del tutto normale viste le condizioni viticole estreme che abbiamo analizzato. Ottenere uve a piena maturazione è l’eccezione in Mosella, non la regola. C’è quindi da fare un plauso ai viticoltori di questa mitica zona, che nei secoli si sono saputi adattare a un territorio non facile ma ricco di componenti uniche che definiscono un terroir che non ha termini di paragone. Fare vino in Mosella potrebbe sembrare impossibile. Fare un vino di qualità assoluta riconosciuto e invidiato in tutto il mondo è semplicemente straordinario.
Considerando le difficoltà estreme da affrontare per produrre questi Riesling così audaci, tesi, pungenti e da lungo invecchiamento, è sorprendente come i prezzi di vendita siano troppo spesso così bassi. Vero è che noi consumatori ne siamo egoisticamente felici, ma è altresì ingiusto nei confronti dei produttori che vedono i propri vini, frutto di costi di produzione oggettivamente più alti, svenduti a prezzi ben al di sotto di vini provenienti da zone più convenienti ma blasonate. Ci sono situazioni aziendali dove sempre più spesso il gioco non vale la candela, quindi l’abbandono dei vigneti e la chiusura di alcune aziende anche storiche è diventato un triste fenomeno di attualità anche in Mosella.
Sicuramente la forza del Riesling come varietà super adattabile e che da risultati eccellenti anche senza raggiungere piena maturazione, esprimendo classe ed eleganza assoluta, sono un punto di forza importante per gli eroici viticoltori della Mosella ma anche il cambiamento climatico in atto può sicuramente giocare un ruolo determinante nel rendere la coltivazione almeno un poco più semplice.
Quindici anni fa iniziava il suo viaggio nel mondo vitivinicolo con l’iscrizione ad Enologia e Viticoltura. Viaggio che lo ha portato in molti angoli del mondo. Non solo un lavoro, il vino, ma una passione totalizzante, nutrita con corsi sommelier, corsi WSET e tante, tante bottiglie.
Ama pensare al vino come un mezzo estetico per portare avanti il grande umanesimo di stampo contadino, che Gabriele considera vero fondamento della cultura italiana.