Riconoscere un buon vino, individuarne i sapori e gli odori con un esame olfattivo accurato, è imprescindibile per un buon sommelier. Che, grazie allo studio costante e all’esercizio di tutti i sensi coinvolti nella degustazione, è in grado di riconoscere un vino di qualità solo guardando con attenzione la bottiglia.
L’etichetta, la forma della bottiglia, il prezzo, sono tutti elementi che aiutano il sommelier a fare un’analisi preliminare del vino che sta per degustare: le informazioni che queste poche caratteristiche forniscono possono già dare un’idea ben precisa a un sommelier esperto.
Per le persone che invece si avvicinano al mondo dell’enologia per passione e non hanno ancora iniziato a studiare come sommelier (o vorrebbero farlo), saper analizzare le caratteristiche di una bottiglia di vino e riconoscere così la qualità del liquido al suo interno non è così semplice. Perché serve un corso da sommelier?
Per saperne di più su vini e vinificazione e apprendere da docenti qualificati le tecniche di degustazione del vino e individuare, grazie all’approccio visivo, olfattivo e gusto-olfattivo, di quale vino si tratta e assaporarlo in qualità di persona esperta del settore.
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Caratteristiche della buona bottiglia
Ma quali sono dunque le caratteristiche di una buona bottiglia?
Forma e dimensione
La forma e la dimensione delle bottiglie devono permettere di ammirare il vino anche dall’esterno. Se, infatti, il liquido appare limpido sia alla vista che al colore (non è quindi eccessivamente torbido o opaco) e non si notano sedimenti sul fondo, allora è molto probabile che anche al successivo esame olfattivo il vino confermerà quanto appare dall’esame visivo.
Concavità
Il fondo concavo aiuta a far scivolare i sedimenti ma non indica qualità. Il decantare ci aiuta a eliminare i sedimenti anche da una bottiglia con fondo piatto. Esistono bottiglie con fondo piatto in Spagna che arrivano ad essere qualitativamente eccellenti.
Collo della bottiglia
Anche il collo della bottiglia può essere sinonimo di qualità, data la sua lunghezza: è questo particolare, infatti, che ci dà la misura della distanza tra il tappo e il liquido.
Tappo
Un buon tappo deve essere di sughero non contaminato dalla muffa che crea il sentore di “tappo”, è un ottimo strumento per far si che il vino maturi per via ossidativa, cioè col passaggio dell’ossigeno, ma il tappo ed il contenitore, quindi la bottiglia, non sono indicativi di qualità.
Potremmo usare un tappo a vite “Stelvin” ed avere comunque ottime qualità, in questo caso la maturazione avverrà per via riduttiva, ossia senza ossigeno. Molti produttori del Nuovo Mondo utilizzano questo tappo, il sughero viene prodotto da querce che nascono solo nel mediterraneo. Abbiamo ancora altri tappi che utilizzano nuove tecnologie come polimeri ottenuti da fibre vegetali e che si comportano come lo Stelvin.
Cosa guardare sull’etichetta
Un altro elemento che rivela moltissimo sulla qualità di un vino in bottiglia è sicuramente l’etichetta. Grazie alle informazioni in essa contenute, infatti, un buon sommelier è in grado di riconoscere se sta per assaggiare un buon vino oppure no.
Un’etichetta redatta a norma di legge contiene infatti tutti i dati che devono interessare al sommelier: vinificazione, luogo di produzione e imbottigliamento, annata, terminologia e sigle specifiche. Vediamo nel dettaglio gli elementi più importanti:
- Provenienza: produzione e imbottigliamento
- Annata: caratteristica importantissima per i vini più pregiati (specialmente i rossi). Non solo: un sommelier che conosca come sono andate le annate dei vitigni saprà sicuramente dire se una data bottiglia è o meno meritevole di essere bevuta.
- Denominazione: DOC (o DOCG) e DOP sono già di per sé sinonimo di qualità dato che indicano la provenienza di un vino da filiera controllata.
- Solfiti e allergeni: obbligatorio farne menzione per legge in caso di allergie o intolleranze, devono essere comprensibili a chiunque legga l’etichetta. È per questo motivo che la dicitura “contiene solfiti” si trova tradotta anche in altre lingue
Per approfondire: Leggi la guida completa sulle etichette del vino
Prezzo alto = qualità alta?
Spesso, soprattutto le persone meno esperte credono che un prezzo alto sia inevitabilmente sinonimo di alta qualità. Ma è davvero così? La risposta breve è: non sempre. Ma vediamo meglio il perché.
Di per sé, il prezzo non è indicativo di un vino qualitativamente valido ma di certo è un buon metro di giudizio per farsi un’idea di ciò che si sta comprando: una lavorazione di ottimo livello con determinati tipi di uva, un imbottigliamento curato, la filiera di commercio controllata, la provenienza, la fama di una particolare etichetta produttrice, sono sicuramente tutti elementi che fanno alzare il prezzo di un prodotto.
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Riconoscere un buon vino con le app
Nell’era della tecnologia, non può che essere un’app per smartphone ad aiutarci a riconoscere un buon vino dalla bottiglia. Un esempio su tutti è Vivino, considerata senza dubbio l’applicazione migliore sul mercato: conta circa 27 milioni di utenti e funziona come un vero e proprio motore di ricerca. Basta scansionare la bottiglia per saperne di più sul vino che contiene.
Tramite l’app è possibile contare il punteggio raggiunto dal vino, conoscerne la storia, le caratteristiche di gusto, leggere le recensioni di chi l’ha già gustato ed, eventualmente, acquistarlo direttamente dall’app.