Il paesaggio delle Langhe è unico nel suo genere, vigne a distesa d’occhio su dolci colline e borghi medievali con tanto di castelli storici. Per gli appassionati e i sommelier professionisti questo è un territorio magico, una disneyland del vino e della gastronomia, qui tra le eccellenti e numerose cantine, la Banca del Vino di Pollenzo (nata nel 2001, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche), il museo del vino WiMu nel Castello Falletti a Barolo (un percorso nella cultura e la tradizione del vino, inaugurato nel 2010), le vigne giardino, i borghi e la ristorazione si sperimentano tutti i canali sensoriali, tanto da imprimere nella memoria la nostalgia di ritornare.
Il territorio vinicolo del Barolo
Questo territorio vinicolo fu nel XIX secolo ambasciatore della Casa Reale dei Savoia nelle corti d’Europa e dal 2014 diventa Patrimonio dell’umanità. Sito protetto dall’Unesco che riconosce in questa terra generosa, la straordinaria bellezza legata alle tradizionali cantine e ai castelli medievali. L’Italia era ancora un’idea come nazione eppure in questa lingua di terra, personaggi storici come i nobili Falletti di Barolo, lo stesso Re Carlo Alberto, lo statista Camillo Benso Conte di Cavour insieme all’enologo francese Louis Oudart che applicò le tecniche di vinificazione usate dagli Chateau bordolesi e al Marchese Pier Francesco Staglieno, diedero una decisiva direzione al modo di vinificare il Barolo. Quest’ultimo, oltre che un combattente in epoca napoleonica, era un profondo conoscitore delle tecniche vinicole, scrisse nel 1837 “Istruzioni intorno al modo migliore di fare e conservare i vini”, innovativa opera enologica per le tecniche vitivinicole moderne. Nel 1926 il Parlamento Italiano approva la legge sui “Vini Tipici”, nel 1934 è costituito il “Consorzio per la difesa dei vini tipici Barolo Barbaresco”, 1966 è l’anno della Doc Barolo e nel 1980 diventa Docg, queste ultime due denominazioni rappresentano il legame tra il territorio e le tecniche di produzione che disciplinano le zone coltivate, la quantità prodotta in vigna per ettaro e l’affinamento minimo.
Il barolo: clima e terreno
Le vigne del Barolo sono protette dalla catena montuosa delle Alpi Marittime, il clima è continentale mediamente caldo, inverni umidi ma miti, estati brevi ma calde. Nette sono le escursioni termiche tra il giorno e la notte, la composizione geologica dei terreni è di due tipi: Elveziano e Tortoniano entrambi derivano dal ritiro del mare in epoche diverse. In particolare il tipo Tortoniano che si trova nelle zone di La Morra e Barolo è composto da marne azzurre e sabbie stratificate; essendo un terreno più friabile e drenante, le radici hanno più facilità a trovare elementi nutritivi ed acqua: i vini quindi tendo ad essere più profumati, meno tannici e più facili da bere anche in gioventù. Il terreno di origine Elveziana, invece, che si trova a lato est del territorio, ha terreni più duri e compatti, le radici hanno più difficoltà a reperire i nutrienti e per questo (oltre ai fattori di esposizione) i vini risultano solitamente più austeri e tannici.
A pochi chilometri dalla città di Alba si trovano i comuni dove si coltiva il Re dei vini: Barolo, Monforte d’Alba, Castiglione Falletto, Serralunga, La Morra, Novello, Diano d’Alba, Cherasco, Roddi, Verduno e Grinzane Cavour.
La coltivazione delle uve del Barolo si estende su una superficie totale di circa 1800 ettari (11 comuni e 175 menzioni geografiche aggiuntive). 450 ettari si trovano solo nel comune di La Morra che è la maggiore zona di produzione con le sue circa 11 milioni di bottiglie per anno. Ogni comune ha i suoi cru, Cannubi è il cru più famoso di Barolo, Bussia per Monforte d’Alba, Vigna Rionda per Serralunga e Cerequio, Brunate, Rocche e Monfalletto per La Morra.
Barolo, le varietà
Il Vitigno ammesso dal disciplinare è il Nebbiolo, tra le varietà clonali più conosciute ci sono Lampia, Michet e Rosè. Avendo una buccia molto sottile, gli antociani sono pochi, mentre elevati sono altre sostanze polifenoliche come i tannini. Il vino tenderà quindi ad avere un colore poco carico, con sentori di fiori e frutta rossa, mentre al palato apparirà ricco di acidità e tannini: ecco perché è un eccellente vino da affinamento. Non a caso il detto “pugno di ferro in guanto di velluto”. Quando sono giovani le caratteristiche comuni del vino Nebbiolo sono i sentori di ciliegia, violetta che evolvono in confetture, goudron e spezie.
L’invecchiamento del Barolo deve essere di minimo 3 anni a partire dal 1 novembre dello stesso anno della vendemmia, almeno 2 anni li deve passare in legno, la resa massima delle uve è di 80 quintali per ettaro e per il periodo di invecchiamento non deve superare il 65%. Per ottenere in etichetta la dicitura Riserva gli anni sono 5 a partire dal 1 gennaio dell’anno successivo alla vendemmia.
Barolo: produzione e aziende storiche
Nella realtà produttiva del Barolo si trovano aziende storiche come le antiche Michele Chiarlo, Giacomo Conterno e molti altri, dove la coltivazione del Nebbiolo trova una delle espressioni migliori grazie al lavoro degli irriducibili vignaioli della Langa del Barolo, fatto di passione e sapienza, in un continuo dialogo tra tradizione e futuro.
Il produttore Roberto Voerzio, è definibile come autentico vigneron della zona di La Morra; produce pochi vini, ma di altissima qualità. La cantina nasce nel 1986, in un periodo molto difficile per via dello scandalo del metanolo, da 2 ettari di vigneti nel tempo Voerzio ha acquistato fino a 20 ettari, ci sono i migliori cru del Barolo: La Serra, Brunate, Cerequio, Sarmassa, Rocche dell’Annunziata, Case Nere, Fossati. Prima annata del Barolo Cerequio è del 1988, da varietà Nebbiolo, in un vigneto di 2 ettari con esposizione a sud nel comune di La Morra, non usa concimi o altri elementi chimici, la densità impianto è di 4000/5000 ceppi per ettaro, resa per pianta 500 gr., la raccolta è tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, le bottiglie prodotte 5000/6000. La fermentazione alcolica dura dai 10 fino a 30 giorni senza aggiunta di lieviti, 8 mesi in acciaio dove svolge la fermentazione malolattica, affinamento 24 mesi in barrique usate e botti da 20 ettolitri. Il Barolo Cerequio 2013 è rosso granato, luminoso. Al naso confettura di ciliege, prugna, rosa e note speziate. La potenza alcolica di 14,5% è legata alla concentrazione del frutto, della struttura, ai setosi tannini e l’incredibile espressione di frutto maturo che rendono unica questa esperienza gustativa. Ottimo abbinamento con la selvaggina o carne rossa, formaggi stagionati. Prezzo in enoteca 290€.
Anna Ciotti
Sommelier dal 2003, appassionata da sempre di enogastronomia, si è formata presso numerosi ristoranti in Italia e all’estero. Ha insegnato per 4 anni nelle scuole alberghiere di Roma, appassionandosi delle tecniche di insegnamento sul tema vino, e riuscendo a mantenere l’attenzione dei ragazzi del IV e V anno, una vera e propria sfida! Nel 2005 ha conseguito il Master di Analisi Sensoriale sul Vino, esperienza proficua sui vini internazionali e le degustazioni alla cieca che hanno ulteriormente allenato il naso a riconoscere le differenti declinazioni dei vitigni nel mondo.