Un quadro maestoso
Entriamo dall’Oceano Atlantico percorrendo al contrario, il fiume più lungo di una maestosa regione di Francia, una regione che in ogni sua area sembra un quadro che si colora diversamente durante le varie stagioni, un’area della Francia che assume le sembianze di un dipinto di Monet: la valle della Loira.
Conosciutissima per i suoi castelli e spazi naturali lungo 280km di paesaggi classificati patrimonio dell’Unesco, con sullo sfondo il fiume Loira, i parchi forestali e le riserve di caccia; proprio qui la corte del Re di Francia si insediò tra il XV e il XVI secolo. Navigandola ci dirigiamo verso il castello reale di Blois dove abitarono almeno diciassette regine, si prosegue verso la fortezza reale di Chinon, cornice di molte guerre e luogo dove Giovanna d’Arco incontrò re Carlo VII per chiedere di liberare Orleans dagli inglesi; continuiamo verso la città di Tours attraversando il polmone verde del parco Gloriette, e poi la città di Nantes con il castello medievale dei duchi di Bretagna, fino a giungere dalla parte opposta di Nantes verso l’interno a Sancerre, che per gli amanti del vino offre 3000 ettari di vigneti sulla riva sinistra del fiume, con le sue cantine rinomate e non.
Vogliamo immergerci in questa valle di castelli, parchi, orti botanici, storie di Re ed eroi, e soprattutto regione vinicola di altissimo pregio lungo la route du vin lunga 800 km, dall’oceano fino al suo più profondo e “vulcanico” interno. Anche da queste parti la viticoltura prende piede a partire dal periodo di dominazione dei Romani, che fondarono l’attuale Pouilly-sur-loire ed impiantarono le prime vigne a Saumur e Sancerre. Il fiume storicamente strutturò l’assetto degli insediamenti per lo sviluppo delle città e delle popolazioni che si sono insediate qui; i fiumi in generale hanno sempre avuto funzioni vitali nella storia dello sviluppo di molte aree nel mondo, riunendo le persone, facilitando l’irrigazione delle colture, ed aiutando l’approvvigionamento delle materie prime: per questi motivi il fiume Loira, da un punto di vista puramente naturalistico, potrebbe essere visto come un vero e proprio “elemento nutriente” della Francia occidentale.
La diversità fatta a vigneto
Una lingua di terra che segue il fiume e regala vini bianchi di altissimo pregio, ma anche rossi eleganti e verticali; la tradizione enologica della Valle della Loria è così tinta di bianco in molte zone (più del 50% della produzione è di vini bianchi), ma anche rosso in due delle zone centrali della Loira: Saumur e Chinon.
Ma andiamo per gradi e percorriamola al contrario dal sapido e croccante oceano con la zona dei Pays Nantes, proprio intorno alla città di Nantes che oltre al castello dei duchi di Bretagna, offre un terroir perfetto di sabbia e graniti misti perfetti per produrre il Muscadet, da uve Melon de Bourgogne, sapido, note iodate provenienti dall’oceano, e profumi di mela, il tutto facilmente accompagnato da ostriche e frutti di mare: una partenza niente male per questo viaggio nella terra della diversità di vigneti e dei castelli incantati.
Entriamo nella denominazione di Anjou Saumur, anche questa zona dipinta di bianco per la produzione di Chenin Blanc con capacità di invecchiamento notevoli, ma anche dipinta di rosa da uve autoctone Grolleau oppure Cabernet Franc, il vero protagonista delle bacche rosse della valle della Loira. La denominazione all’interno di quest’area più importante è Savennières, dove lo Chenin blanc assume note minerali, fresche, con profumi di miele e fieno delicati, ma che soprattutto può presentarsi sotto forma di vini secchi ma anche dolci dall’eleganza strepitosa.
Proseguiamo per Touraine, dove anche qui fa da padrone dei bianchi lo Chenin blanc, ma anche e soprattutto il Cabernet Franc e Gamay: l’uno dai profumi più vegetali e di frutti rossi come il lampone, l’altro più fresco, succoso e dalla frutta rossa ampia. A questi vale la pena aggiungere il succitato Grolleau, il meno conosciuto autoctono per i rosati dall’eccellente freschezza e media struttura. Diversità di vitigni, varietà di terreni dai ghiaiosi-sabbiosi di Chinon, all’ardesia di Anjou, al gesso di Samour e Vouvray, ed infine l’argilla e gesso di Sancerre e l’origine vulcanica di Pouilly Fumè, come non innamorarsi anche da profani di queste differenze che creano vini, aree, ed architetture meravigliose.
Ci addentriamo cosi nella parte finale della Valle, la più rinomata, dalla fama internazionale legata al vitigno Sauvignon Blanc, l’uva regina, che esprime il suo territorio perfettamente e diversamente a seconda di dove ci troviamo sempre con estrema eleganza: i terreni di Sancerre danno origine a vini strutturati con un’impronta olfattiva che si distingue nettamente da Pouilly Fumè, l’uno più agrumato, erbaceo e l’atro più di frutta esotica, frutto della passione e quella nota affumicata e gentile di pietra focaia che davvero lo contraddistingue dal fratello del paese dirimpettaio.
Così il vigneto di Sancerre si trova sulla riva destra del fiume, mentre quello di Pouilly Fumè si trova nella riva sinistra: quanta diversità a pochi chilometri di distanza! Espressioni di terroir nei vostri calici da Nantes a Pouilly, espressioni e vitigni diversi, mosaico di terreni e climi, da umido oceanico a secco e continentale, una navigazione del fiume che merita un pit-stop in ogni cittadina per assaporarne le differenze sia territoriali, che naturali ed enologiche.
Un colorato giardino di ortaggi, formaggi e cibi da scoprire
Sediamoci a tavola e facciamoci stupire dalla tradizione gastronomica e dai prodotti di qualità di questo territorio: famoso e da provare è il Pollo ruspante d’Orleanais, che ha vinto negli anni vari premi per la sua bontà e morbidezza, cucinato alla francese marinato e poi cotto nel vino (rigorosamente locale) e servito con erbe aromatiche, champignons e cipollotti. Questo famoso pollo viene allevato per 100 giorni all’aria aperta e nutrito a spezzatino d’anguilla, un’altra specialità della Loira che vi racconto qui di seguito: il Matelote d’anguillles. Lo spezzatino viene cotto nel vino rosso fino a quando la carne dell’anguilla non risulta tenera, dopodiché saltata in padella anche in questo caso con funghi e cipolle già precedentemente stufate con il burro.
Due specialità che si intrecciano, e danno vita ad un piatto più carnoso, ed un piatto più “marino”: tenete presente che la cottura nel vino da queste parti è molto utilizzata per la preparazione di piatti sia di carne che di pesce. Per questi due piatti vi suggerisco da abbinare un ottimo Cabernet Franc di Chinon, che rigorosamente fa solo passaggi in acciaio per mantenerne la freschezza e la nota erbacea croccante, mentre per il secondo piatto, perché no, una bolla metodo classico base Chenin blanc (Cremant de Loire), bella acida per sgrassare l’anguilla corposa. I formaggi, come spesso accade in Francia, sono i pezzi forti della zona, parliamo dei caprini “crottin” , in particolare del Chavignol e la Pyramid de Valencay.
Il primo è un formaggio tipicamente di forma cilindrica, prodotto a Chavignol, con un finale di nocciola molto delicato, e il cuore cremoso; il secondo ha la pasta morbida e la crosta sottile con il particolare nome derivante dalla sua forma a piramide. La leggenda vuole che proprio questa forma mandò su tutte le furie Napoleone in quanto gli ricordava la sua sconfitta in Egitto. Altro formaggio degno di nota è il Feuille de Dreux, morbido e magro, decorato con una foglia di castagno, la quale caratterizza anche il sapore tostato e amarognolo finale: una vera prelibatezza sempre da “sgrassare” con un calice di ottimo Chenin Blanc, in questo caso fermo e secco. Per ritornare alla tipicità dei piatti, non si può non citare la Mique, proprio per ricordare che gli ortaggi qui hanno un valore inestimabile e vengono coltivati ad hoc per produzioni locali; questa zuppa tipica è realizzata con verdure di stagione e carne di maiale, saporita e corposa da abbinare ad un calice di Cabernet Franc.
Ricordiamoci che se ci troviamo in zona Nantes, ovvero vicini all’Atlantico, l’unica cosa da assaporare sono Frutti di mare ed Ostriche di Cap Horn, allevate per tre anni in mare prima di essere affinate nelle “claires”, piccoli bacini scavati nell’argilla dove le ostriche completano la loro maturazione. Il miglior abbinamento possibile per essere felici è quello con un bel calice di Muscadet, vedrete che non vi pentirete!
Infine, per gli amanti dei dolci, assolutamente da provare il Soufflè al Cointreu e la TarteTatin: il primo è un morbido soufflè agrumato, preparato con arance, liquore cointreu, mele e sciroppo, spesso accompagnato con una salsa di cioccolato; la seconda è la mitica ed inimitabile TarteTatin di cui i francesi vanno molto fieri, la torta di mele rovesciata, saporita da zucchero a velo e cannella.
Qui mi sento di consigliare solo ed unicamente un calice di Coteaux de Layon, l’elegantissimo, inconfondibile, fresco e delicato vino dolce della Loira a base Chenin Blanc, spesso con note di frutta candita, agrume candito, fiori e sfumature mielate, da abbinare ai formaggi locali oppure ai dolci appena presentati…un’esplosione di sapori ed un “intensificatore” di aromi e gusti locali tipici, da provare!
Questo rigoglioso territorio, ricco di storia, architettura importante, cultura gastronomica, diversità ed eccellenza nei prodotti raccoglie tutte queste diversità e le presenta ai suoi visitatori in un piatto d’argento ricco di colore e sapore; una tappa importante poiché la Loira non è solo castelli, ma eccellenza enologica e gastronomica da assaporare lentamente navigando il suo fiume.
Alla prossima tappa,
Santè!
Barbara Costantino
Formatore Sommelier