Quella del Pinotage non è una storia d’amore. È una storia di scienza e di incroci, letteralmente e metaforicamente. Per chi non lo sapesse, infatti, il pinotage è un incrocio tra due vitigni: il pinot noir e l’hermitage (nome sudafricano usato per indicare il Cinsault). Come potrete dedurre il suo nome deriva proprio dalla fusione dei nomi dei due vitigni “genitori”: pinot noir X Hermitage.
Pinotage: le origini
Protagonista di questa vicenda è un uomo di scienza: il professor Abraham Izak Perold. La sua famiglia era originaria della Bretagna (Francia) e si trovava in Sudafrica perché un suo avo fu fatto prigioniero. Proprio in Sudafrica Izak è nato e cresciuto, laureandosi in Matematica, Fisica e Chimica. Agli inizi del ‘900 diventa professore di chimica presso l’Università di Cape Town e proprio dal governo di questa città viene incaricato di raccogliere le migliori uve da piantare in Sudafrica. Tra le numerose cultivar che portò in patria a seguito del suo viaggio lui rimase sempre affascinato dalla potenza e dall’eleganza del pinot noir, che però non si adattava bene al clima sudafricano. Ed è forse per questo che Perold ha voluto dargli un aiuto ad adattarsi alla condizioni climatiche incrociandolo con una specie che meglio sopportasse un clima più caldo. Purtroppo non abbiamo risposte precise perché le prime piantine di quello che sarà il pinotage Perold le aveva allevate nel giardino di casa sua e non all’università.
Questa scelta fa pensare che fosse qualcosa di molto speciale e personale, ma lui aveva ormai lasciato il Sudafrica per diventare professore di viticoltura negli USA. Fu Charlie Niehaus a trovarle nel giardino della casa di Perold e darle al professor Theron che le impiantò nel vivaio dell’ Elsenburg Agricultural College. Theron mostrò gli impianti a Perold che ne fu molto orgoglioso e insieme scelsero l’innesto migliore per iniziare a vinificarlo. Nel 1941, anno della morte di Perold, venne vinificato il primo pinotage dal vigneto di Elsenburg. Stranamente il vino non aveva le caratteristiche gusto-olfattive di nessuno dei suoi “genitori”. L’azienda Myrtle Grove fu la prima nel 1943 a produrre la prima etichetta di un pinotage commerciale (anche se il vitigno non era riportato in etichetta, il nome è apparso su un’etichetta per la prima volta nel 1961, ovvero nel Lanzerac Pinotage). Fu definitivamente accettato nel mondo del vino dopo che il Pinotage dell’azienda Bellevue e di Kanonkop vinsero rispettivamente nel 1959 e nel 1961 il Cape Young Wine Shows battendo i vitigni classici. Fu riconosciuto a livello internazionale quando nel 1991 il pinotage di Kanonkop ricevette il premio di Miglior Vino Rosso per la “International Wine and Spirits Competition” di Londra. Oggi ha anche la sua giornata mondiale (11 ottobre Pinotage Day) promossa dal suo fan club, The Pinotage Club, che ne promuove la sua particolarità.
Pinotage: caratteristiche del vitigno
È un vitigno a bacca rossa, vigoroso come il suo genitore Cinsault, matura presto ed ha alti livelli di zuccheri e tannini, grazie alla buccia spessa. Può essere allevato sia a spalliera che ad alberello, ottenendo così rese più basse e maggiore concentrazione del frutto che daranno un vino più intenso e profondo. Non sopporta temperature troppo alte e stress idrico specialmente in fase di maturazione. Bisogna tenere sotto controllo alcune sue asperità come ad esempio la presenza di acetato di isoamile, che può sviluppare sentori di ‘acetone’ non proprio gradevoli. Anche l’acidità volatile, se non gestita, può creare un gusto più simile all’aceto che non al vino. Due possibili soluzioni per gestire gli esteri volatili sono la fermentazione a basse temperature e i passaggi in legno di rovere francese o americano.
Pinotage: il profilo del vino
I sentori tipici del vitigno sono frutti sia rossi che neri, che vanno dalla ciliegia alle more, fichi, lamponi, menta, si aggiungono con i passaggi in legno carni affumicate, melassa, liquirizia, tabacco dolce. Nel vino di solito l’alcol è alto, il corpo è pieno e i tannini medio-alti. L’acidità è bassa a causa di un alto PH per questo può subire un processo di acidificazione. L’invecchiamento del vino dipende dalla vendemmia e dallo stile con cui è stato fatto: alcuni si apprezzano meglio quando sono più maturi, mentre altri danno il meglio quando sono ancora profumati e giovani.
Attualmente il Pinotage è la quarta uva più coltivata in Sudafrica e viene coltivato in tutte le regioni, con la maggior parte delle piantagioni a Malmesbury/Swartland (1.760 ettari), seguita da Stellenbosch (1.370 ettari) e Paarl (1.289 ettari).
Cinque Pinotage da provare
- Kanonkop “Kadette” Pinotage (Stellenbosch)
- Spier ‘’21 Gables’’ Pinotage (Stellenbosch)
- Diemersfontein Wellington Pinotage Reserve “Carpe Diem” (Cape Town)
- Beyerskloof Diesel Pinotage (Stellenbosch)
- Rijk’s Reserve Pinotage (vincitore dell’International Wine & Spirits Competition come miglior Pinotage nel mondo e inserito tra i primi 10 ABSA Pinotage)

Stefania Zona
Relatore per Degustibuss regione Campania, in possesso del secondo livello WSET, Sommelier AIS. Laureata in Culture digitali e della Comunicazione nell’Università Federico II di Napoli, ha fatto della sua passione un lavoro unendo gli studi all’amore per la sua terra e per il vino. Si occupa di comunicazione digitale nel settore enogastronomico. Ha collaborato con diverse associazioni, cantine e locali sul territorio per la realizzazione di eventi e degustazioni con l’obiettivo di promuovere i vitigni e i vini campani.