Saper leggere l’etichetta di un vino è una delle competenze imprescindibili per chi voglia lavorare come sommelier. L’etichetta infatti ci mostra le informazioni più utili per capire il tipo di vino che stiamo bevendo o degustando: sulle etichette in genere sono presenti informazioni che a seconda del vino devono essere obbligatorie o facoltative.
In generale, le etichette descrivono caratteristiche e qualità dei vini e ne sono, in un certo senso, la carta d’identità. Ci dicono la provenienza del vino, il suo imbottigliamento, il grado alcolico, il volume (indicato dalla lettera “e”) e contengono anche le disposizioni di legge che regolano il mercato vitivinicolo.
Le norme generali sull’etichettamento del vino vengono dalla legge europea Reg. UE Nr. 607/2009 che disciplina, a seconda dei casi, gli elementi obbligatori e quelli facoltativi da inserire in etichetta. Secondo questa normativa, le informazioni obbligatorie devono trovarsi tutte insieme nello stesso spazio (quindi o sull’etichetta della parte frontale o sul retro). L’articolo 50 è molto chiaro: tutte le info obbligatorie devono poter essere rintracciate subito da chi guarda l’etichetta della bottiglia.
Il nome del brand o dell’azienda, il logo, il nome dato al prodotto, le certificazioni, e l’appartenenza a consorzi o associazioni specifiche sono tutti elementi che secondo la legge non è obbligatorio inserire.
Vediamo invece nel dettaglio quali sono gli elementi obbligatori a cui fare cenno quando si etichetta un vino e come leggere questi dati.
Elementi obbligatori
L’imbottigliatore
Uno degli elementi obbligatori sull’etichetta è il nome dell’ente imbottigliatore, che insieme alla sede rappresenta un’informazione utile quando si analizza un vino. Sapere dove il vino sia stato imbottigliato e da chi è infatti anche una garanzia di qualità. Va menzionato il comune di provenienza o il codice ICQRF (formato dalla sigla della provincia e da un numero progressivo).
Se azienda produttrice e azienda imbottigliatrice coincidono, è obbligatorio indicare solo quest’ultima. In caso però si tratti di spumanti o vini frizzanti è d’obbligo dare anche l’indicazione del produttore.
Tipologia di vino
La tipologia di vino o la denominazione vanno indicate per esteso sull’etichetta (per esempio “Montepulciano d’Abruzzo”). La normativa europea richiede che il carattere in cui viene scritta la tipologia di vino sia almeno il doppio (o comunque superiore) a quello in cui è scritto il nome dell’azienda.
Nella denominazione rientrano anche le sigle DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), DOC (Denominazione di Origine Controllata) o IGT (Indicazione Geografica Tipica), di cui parleremo nel dettaglio più avanti.
Titolo alcolico
Il grado alcolico o titolo alcolico va riportato obbligatoriamente sull’etichetta per indicare la percentuale (espressa in volume), i millilitri di alcol presenti in 100 ml di vino. Per esempio, “14,5% vol”.
Lotto di produzione del vino
Il codice del lotto di produzione permette la tracciabilità del vino e indica uno stesso gruppo di bottiglie che sono state confezionate in uno stesso arco di tempo e in condizioni similari. Questa indicazione serve a chi consuma il vino: se dovesse essere necessario, il codice permette di segnalare problemi o anomalie e, così facendo, di risalire a tutto il lotto tramite questa nomenclatura.
La normativa europea che abbiamo citato sopra indica che la dicitura indicante il lotto deve essere preceduta dalla lettera “L” e deve essere una combinazione di numeri e lettere, la cui composizione viene scelta dall’azienda produttrice o imbottigliatrice.
Presenza di solfiti
I solfiti sono sostanze che vengono aggiunte durante la produzione del vino e ne aiutano la conservazione, grazie alle loro proprietà antibatteriche e antiossidanti. Perché è importante indicare se il vino contiene solfiti? Perché queste sostanze possono causare reazioni allergiche o intolleranze.
Secondo la normativa, la dicitura deve essere presente sull’etichetta se la quantità di SO2 (Anidride Solforosa) totale è di 10 mg/l o superiore. I solfiti infatti vengono prodotti anche durante il naturale processo di fermentazione ed è pressoché impossibile che un vino non ne contenga.
Altro particolare previsto dalla normativa europea è che la dicitura sia facilmente comprensibile, dato che riguarda la salute pubblica: per questo motivo, sulle etichette si trova l’espressione “contiene solfiti” in più lingue.
Indicazione geografica o denominazione d’origine
All’inizio dell’articolo abbiamo accennato all’indicazione geografica e alla denominazione d’origine, due nomenclature che utilizzano le sigle IGP e DOC e DOCG per classificare i vini.
Nell’etichetta è obbligatorio:
– inserire per esteso la sigla di riferimento: DOP (Denominazione di Origine Protetta), DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), IGP o IGT (Indicazione Geografica Protetta o Tipica);
– per i vini DOP è obbligatorio inserire nella fascetta (spesso si trova sul collo della bottiglia) il simbolo dello Stato, insieme il numero progressivo e la serie alfanumerica, e il volume totale indicato in litri;
– l’annata;
– la denominazione (ad esempio “Brunello di Montalcino”).
Le etichette dei vini da tavola
Discorso a parte per i vini da tavola, che non devono sottostare ai moltissimi requisiti richiesti invece alle categorie che abbiamo appena visto. Vediamo cosa devono contenere le etichette di questi vini:
– titolo alcolico totale (non deve essere superiore a 15% vol)
– titolo alcolometrico effettivo (non deve superare il 9% vol)
– aggettivo che definisce il colore del vino (bianco, rosso, rosato)
Per i vini da tavola è vietato indicare l’annata, ovvero l’anno di vendemmia delle uve o il vitigno.
Le etichette dei vini frizzanti
Gli spumanti e, in generale, i vini frizzanti, hanno regole a parte. Vediamo brevemente tutte le tipologie:
– Vino Spumante (VS): si definisce tale quando l’anidride carbonica proviene esclusivamente dalla fermentazione del liquido. Il titolo alcolometrico totale non deve essere inferiore a un 8,5% vol e la sovrapressione deve restare sotto i 3 bar
– Vino Spumante di Qualità (VSQ): si differenzia da un vino spumante classico per un titolo alcolometrico non inferiore al 9% vol e la sovrapressione sotto i 3,5 bar
– Vino Spumante Aromatico di Qualità (VSAQ): ciò che lo distingue dagli altri è il tipo di uva con cui viene realizzato. Si tratta infatti di uve da vitigni aromatici: i valori di sovrapressione (non inferiore a 3 bar) e di titolo alcolometrico (9% vol) non si discostano di molto dalle altre due categorie.
Etichette vini biologici
L’attenzione nei confronti di vini biologici è cresciuta esponenzialmente nell’ultimo decennio e, dal 2012, anche le etichette dei vini prodotti con uva da agricoltura biologica portano questa indicazione. Inoltre, sull’etichetta può essere riportato il logo ideato dall’unione europea con lo stemma dell’Eurofoglia, oltre alle certificazioni degli enti autorizzati.

