Continua il nostro percorso nel mondo della Barbera, vino piemontese amato e bevuto da secoli nei territori di Asti, Monferrato ma non solo.
Ormai da molto tempo questo vitigno ha attecchito anche in zone diverse dal Piemonte, è conosciamo anche la Barbera dei territori bolognesi e piacentini, coltivata sui colli, oppure quella pavese che nasce nell’Oltrepò, ma anche Barbera straniere, con produzioni nell’America del Sud e nella nuova terra dei vini, la California.
In ogni luogo avrà abbinamenti differenti? Gusti diversi? Scopriamo le sfumature della Barbera, vino “al femminile” ma dal gusto ruvido…
Declinazioni della Barbera, letterarie e di gusto!
Questo vitigno nominato al femminile da secoli, rappresenta un’eccezione linguistica e già abbiamo affrontato la questione della sua lingua in un precedente articolo su Barbera e Dolcetto, ricordando come la tradizione piemontese vuole declinare “la” Barbera e anche nel passato letterario ce ne sono diversi di esempi in cui la si cita al femminile.
Secondo i linguisti più eruditi, entrambe le soluzioni sono accettabili nella lingua comune, anche perché a volte si definisce così il vitigno e il vino (i nomi dei vini sono quasi tutti maschili), ma sommelier ed esperti enologi assicurano che alcuni vini che finiscono in -a sono trattati con nomi femminili e come tali vanno pronunciati.
Nel linguaggio corrente, in genere, quando si nomina al maschile s’intende il vitigno, mentre quando viene coniugata al femminile si parla del vino.
In ogni caso, al palato anche senza nominarla, la Barbera risuona con intensità per tutti, ed è assolutamente un vino da approfondire. Per un’eccellente degustazione vini si sa che serve un’eccellente bottiglia, ma quale scegliere nel caso della Barbera? Sono diverse le denominazioni e le tonalità del gusto…
Il carattere e le caratteristiche della Barbera
Diventata in tempi brevi molto popolare e diffusa in tavola, la Barbera ha una tradizione antica che la vede differenziata in diverse coltivazioni e almeno in Piemonte la sua presenza è costante da secoli con un vitigno a bacca rossa diffuso nelle zone di Asti, Alba, Alessandria e Oltrepò Pavese.
Le denominazioni sono differenti e si trovano DOC per la Barbera d’Alba , la Barbera Canavese, la Barbera Monferrato, Coste del Sesia, di Pinerolo.
Le DOCG sono la Barbera Nizza, Barbera d’Alba e Barbera d’Asti Superiore. Le diversità sono presenti in modo anche sostanziale, dato che il territorio muta a seconda delle province. Il vitigno, infatti, è sensibile alla composizione del terreno dove viene coltivato e alle condizioni climatiche che subisce, per questo le annate possono essere molto diverse tra loro, oltre che per zone di produzione.
Dal 2000 alcune sottozone di coltivazione sono state inserite nelle denominazioni, per delimitare delle aree importanti, i cosiddetti cru, per la Barbera d’Asti: Colli Astiani, Lauretum e Nizza.
La Barbera vivace, invece, è un vino piemontese giovane, leggermente frizzante. Questo dipende dal fatto che le uva Barbera sono lavorate in modo diverso, e una Barbera frizzante è diversa di certo da quella fruttata, da un vino fermo o corposo.
Il comune denominatore a tutti i vini prodotti da uve Barbera è l’elevata acidità, che rende il vino, quando fatto con basse rese, un prodotto di eccellente qualità capace di dare il meglio di se anche con qualche anno sulle spalle. Per molti, comunque, la degustazione del vino Barbera migliore è nella sua versione giovane, non invecchiata. Nella maturazione, infatti, perde di rotondità e freschezza, anche se acquista un gusto più deciso.
La struttura di questo vino lo rende piacevole da bere, grazie al suo equilibrio nonostante sia un vino robusto e di grande personalità, definito anche versatile da diversi sommelier.
Ti invitiamo, alla fine della lettura di questo articolo, a visitare la pagina del nostro
CORSO DEGUSTAZIONE VINO
attivo su oltre 20 città italiane, riconosciuto a livello internazionale e strutturato su un percorso di 2 livelli.
Il corso con processo formativo realizzato in conformità alla Norma Internazionale UNI EN ISO 9001:2015.
Le squisitezze della Barbera d’Alba
Rappresenta un vino prestigioso, rubino e dal profumo complesso con note fruttate che rammentano frutti rossi, la mora, la ciliegia, la fragola; sono presenti anche sentori speziati di cannella, vaniglia, pepe verde.
Il sapore di questa Barbera è corposo, pieno, in cui si attenuano le caratteristica di acidità tipiche del vitigno e si amplifica l’equilibrio del gusto asciutto, morbido. Per l’affinamento si utilizzano con successo legni piccoli, ridotte botti di rovere, che ne smorzano l’acidità, con esiti di perfezione in alcune annate.
Abbinamenti della Barbera a tavola
Vino rosso e corposo, si combina alla perfezione con piatti ricchi di sapore, in particolare piatti di terra tra primi e secondi. Risotti e pasta al forno sono gli abbinamenti migliori della Barbera nella prima portata, in particolare con il gusto del tartufo; mentre per i secondi piatti si sposa perfettamente con arrosti e carni rosse, contorni come formaggi tipici piemontesi come il gorgonzola, il bross (o bruss), la toma e il raschera.
In particolare, il bross non è un vero formaggio ma una lavorazione artigianale ottenuta da altri formaggi con aggiunta di ricotta o crema di latte. Dopo la fermentazione, la consistenza cremosa, il sapore piccante e l’aroma pungente del bross lo rendono pronto per l’aggiunta di alcol etilico (o distillati di grappa). Si lascia maturare per altri 20 giorni e poi… si abbina ad un’ottima Barbera d’Alba!
Tra le ricette più note di primi e secondi piatti di carne per la Barbera, sono interessanti le ricette “alla” Barbera, come il risotto alla Barbera e gorgonzola. Un primo saporito, raffinato e gustoso, sicuramente adatto alla stagione più fredda oppure a serate in cui assaporare piatti carichi e sostanziosi. Il risotto alla Barbera prevede l’uso di riso Carnaroli, 1 bicchiere di Barbera, un etto di gorgonzola, brodo vegetale, olio extravergine e 1 scalogno. Per chi lo ama, una spolverata di pepe nero…
Il riso ben tostato va sfumato colla Barbera, alzando la fiamma e facendo evaporare l’alcol, poi al termine della cottura si deve mantecare col gorgonzola.
Anche tra i secondi, è celebre il brasato alla Barbera, tradizione piemontese in tavola che si realizza con la polpa di manzo, verdure, erbe e spezie (rosmarino, sedano, cipolla, chiodi di garofano, alloro), brodo di carne, farina, olio extravergine di oliva, e sempre la classica spolverata di pepe!
La carne va cotta infarinata e rosolata, poi unita agli altri ingredienti e al vino, a fuoco moderato. Dopo circa 2 ore e mezza, il brasato sarà morbido e squisito…
A prescindere dal piatto in tavola, la temperatura ideale alla quale deve essere servita la Barbera, è di 18°-20°C.