Abbinamento cibo vino, come può aiutarti un corso per sommelier
Agli appassionati di enogastronomia, non sempre basta viaggiare in cerca di ristoranti e cantine dove soddisfare il proprio amore per gli accostamenti tra cibo e vino. Anche a casa, in molti si cimentano nella preparazione di pranzi e cene gourmet, a cui abbinare le etichette giuste, per stupire gli ospiti – o solo per appagare il proprio palato!
Se fai parte della schiera dei curiosi che s’interessano all’abbinamento cibo vino, allora un corso da sommelier ti può essere utile per comprendere al meglio come si esaltano vicendevolmente i sapori di una ricetta, di un alimento e di un vino.
Il corso da sommelier apre i sensi ai migliori accordi tra vini e pietanze
Un percorso di formazione come quello per sommelier, non è solamente un’ottima base per chi vuole lavorare nel settore della ristorazione come coppiere. Un corso sulla conoscenza del vino, specialmente quando si svolge con un formula intensiva, è adatto anche a chi vuole apprendere maggiormente il mondo vinicolo, e assimilare quali sono le regole per le combinazioni perfette tra i piaceri della tavola, bevuti e masticati.
Per imparare ad esaltare i sapori vinari con le corrette portate, si può pensare di seguire il corso da sommelier base che parte con la conoscenza dell’alimento vino, per poi arrivare ai livelli successivi, che trattano i principali accostamenti nella ristorazione.
Se il primo passo è quello di unire i vini ai formaggi, vero caposaldo della tradizione secolare nell’abbinamento cibo vino, per fare il secondo passo e capirne di più tra ricette ed etichette, è necessario conoscere le tante varietà del vino e i sapori che le dominano.
Ad esempio, i classici accostamenti tra vini bianchi e pesce, o tra vini rossi e carni, si basano su regole chimiche ben definite, così come quelli tra spumanti e dessert.
Per poter “osare” (magari un rosato con la zuppa di pesce?) è necessario uno studio approfondito della materia – si inizia, quindi, da un corso sommelier, per capire almeno perché avviene l’abbinamento base, e poi come poter virare verso gli accordi di gusto più insoliti.
La degustazione vini va compresa partendo dall’analisi olfattiva e palatale, per raggiungere la capacità di identificazione di sapori dolci, amari, aspri, dei profumi aromatici intensi o delicati – in definitiva le qualità organolettiche di un vino, che sono la base delle cognizioni necessarie per poterlo unire ad una pietanza oppure ad un alimento.
Ti invitiamo, alla fine della lettura di questo articolo, a visitare la pagina del nostro
CORSO SOMMELIER
attivo su oltre 20 città italiane, riconosciuto a livello internazionale e strutturato su un percorso di 3 livelli.
Il corso con processo formativo realizzato in conformità alla Norma Internazionale UNI EN ISO 9001:2015.
L’abbinamento cibo vino basato sull’armonia di aromi e sapori
Le metodologie di valutazione di un vino e dei suoi possibili accoppiamenti con portate, si apprendono all’interno del corso sommelier e si fondano sulla capacità di identificare sia il prodotto vinario, sia i componenti del cibo che ne determinano il sapore.
Si apprende un codice dei sapori che indica il gusto preponderante della portata: amaro, dolce, salato? Dopo aver identificato questo sapore dominante, si deve comprendere come può essere compensato oppure esaltato dalla giustapposizione del vino, a seconda degli obiettivi.
Per fare un esempio, una pietanza prevalentemente amara può essere esaltata nella sua caratteristica da un vino non troppo morbido, mentre un altro dotato di poco tannino potrà smorzare l’amarognolo del cibo e creare un maggior equilibrio al palato.
Lo stesso dicasi con alimenti dolci, che andranno accostati a vini strutturati in modo simile e amabile, e chi rischia con vini differenti magari lievemente acidi, deve conoscere a fondo le regole di affinità, per evitare un effetto di sapore che mortifica il palato.
Gli accordi nell’abbinamento cibo vino, possono essere tradizionali o creativi. Abitualmente, la cultura enogastronomica, soprattutto in quella italiana, si basa sulla legge dell’armonia: una regola ritenuta fondamentale.
Tra le migliori connessioni, le classiche associano gli elementi nel bilanciamento ma anche in base alla temperatura, sia del vino sia delle portate in tavola.
Al di là delle tante possibilità, di solito si parte dallo studio dei vini da accoppiare ai formaggi – celebri gli abbinamenti francesi – e sono proprio i corsi da sommelier la giusta esperienza per provare questa prima associazione di sapori, e virare poi su pietanze sempre più complesse.
Se in passato, però, le regole erano codificate e rigide, ad oggi molti cambiamenti sono in atto tra cucine internazionali, finger food, crudité, cucina fusion… in definitiva, chi si appassiona all’abbinamento cibo vino, deve partire dalle nozioni di base per poi arrivare alla capacità di interpretare le regole, ma solo dopo un intenso studio, tanta pratica e, sicuramente, molta curiosità!
Diventare sommelier per abbinare vino e pietanze
Una formazione nella sommelerie è la più indicata rispetto ai corsi di avvicinamento al vino, essendo questa professione votata proprio agli accostamenti tra le portate in tavola e le etichette dalla cantina. Un corso da sommelier permette la conoscenza della struttura e del sapore di un vino, determinato dalle componenti chimiche che ne formano le caratteristiche principali, da identificare per creare la giusta affinità con i piatti gastronomici. E non solo: approfondisce anche le tematiche relative agli accordi palatali, dai più storici e rinomati a quelli di tendenza contemporanea – magari basati su vini internazionali da poco esplorati.
Nel I livello del corso sommelier Degustibuss, infatti, si segue un percorso di conoscenza del vino che propone la degustazione di circa 30 vini tra italiani e internazionali, all’interno di una formazione teorica e pratica sull’analisi vinaria.
Si apprendono i metodi di produzione vinicola, i territori prediletti come quelli francesi e italiani, e quelli innovativi ormai sparsi nel mondo. I tanti fattori che influenzano la coltivazione della vigna, arrivano direttamente anche nella bottiglia, e i metodi di vinificazione rappresentano la chiave di volta per comprendere di fronte a quale prodotto vinario ci si troverà. Le tante varietà di uva e la loro vinificazione, daranno vita a vini bianchi, rossi, rosati, vini secchi e da dessert, o vini spumanti, vini aromatizzati o fortificati, più o meno strutturati.
La parte più importante ai fini dell’abbinamento cibo vino è data dalla comprensione delle tecniche di degustazione tramite approccio visivo, olfattivo e gusto-olfattivo. Da queste analisi si evince la qualità del vino, lo stile di produzione che l’ha caratterizzato e le potenzialità che può esprimere nell’amalgama con gli alimenti, o solo come vino da meditazione.
Si deve sorseggiare il vino, farlo “rotolare” e imparare a percepire il grado di dolcezza, acidità, gusto speziato… i sentori che si percepiscono vanno studiati e compresi, per poi essere paragonati a quelli delle vivande.
Nel secondo livello si approfondisce la geografia vinicola italiana e internazionale, esaminando in particolare le produzioni di spumanti, vini dolci e fortificati.
È il terzo livello, quello che affronta in modo più intenso il rapporto tra cibo e vino. In questa fase si analizzano le sensazioni organolettiche dei vini, e in tal modo si apprende come stabilire quali siano i sapori prevalenti.
Come abbiamo visto, se avverti che una pietanza possiede un gusto delicato, di regola viene consigliato un abbinamento semplice per cui ci si avvicina un vino altrettanto lieve nel sapore; quando si percepisce un gusto intenso, il vino dovrà essere più strutturato, tanto da reggere il confronto. Ma non è così semplice, e soprattutto mai solo teorico: bisogna studiare a fondo le qualità dei vini tramite i tanti assaggi (i più esperti valutano anche le annate), e molto può dipendere anche dalle sfumature di gradimento personali.
Le papille gustative non sono le stesse per tutti, e trovare un abbinamento cibo vino perfetto, è dato a chi tiene conto anche di questo.
Con il tempo, si arriverà a capire quando esaltarli o attenuarli, equilibrare l’amalgama fra gli alimenti, oppure stimolare il palato con dei piccoli “shock” di gusto – solo per i più competenti.
Arrivare alle provocazioni dei “dissapori” che stupiscono rappresenta l’ultimo step, per veri intenditori, ma chi segue un corso da sommelier, può ben sperare di arrivarci.