Dopo lo scontro Metodo Classico italiano VS Metodo Classico francese nel mio scorso articolo, non mi sono reso conto che, mentre le due nazioni si scontravano a suon di bolle e sciabolate, un’altra regione vitivinicola si stava pian piano affacciando sul panorama frizzante dei vini spumantizzati.
Sto parlando dell’Inghilterra, curiosi? Oggi vi racconterò lo Spumante inglese.
La conferma l’ho avuta di recente a Londra quando, in un wine bar in orario aperitivo il cameriere si avvicina al tavolo e alla mia richiesta di uno “sparkling wine” per questi mi risponde: “Champagne o Sussex?”
Scettico accetto la sfida anglosassone e rincaro la dose al ragazzo di servizio: “Portamene uno alla cieca!”
Vino brillante, bolle fini e persistenti, frutto fresco e texture di Chardonnay riconoscibile senza nemmeno appoggiare il naso al bicchiere. Ha struttura, volume, è citrico e il lievito dona sentori di crosta di pane e pan brioches. È un Blanc de Blancs, Champagne. E invece no.
Lo Spumante inglese scende in campo
Entriamo in guerra, è ufficiale. Mi schiero dalla parte dei francesi e provo a mettere in campo il mio cavallo di battaglia, lo Champagne. Mi metto in trincea, aspetto che Sussex faccia la prima mossa e mi chiedo: “Quando hanno iniziato gli inglesi a crearsi il loro esercito frizzante?”
Storicamente si parla di vigneti inglesi sin dal 1086 dal censimento voluto da Guglielmo il Conquistatore nel “Domesday Book” quando 40 vigneti erano stati censiti. Ora si parla di 500 vignaioli, 2000 ettari vitati e una produzione quasi raddoppiata in 5 anni, raggiungendo 5,2 milioni di bottiglie. Prezzi delle terre 30 volte più economiche di quelli francesi, un terroir di gesso e marna come quello della Cote de Blanc e un clima sempre meno freddo con inverni moderati per colpa del riscaldamento globale spinge molte famose Maison francesi a investire sul suolo britannico.
Il gesso è una delle componenti migliori su cui coltivare la vite in quanto è poroso e le radici possono penetrare facilmente in profondità.
Champagne VS Sussex: le Maison Francesi chi scelgono?
Taittinger (maison dello Champagne) in primis ha già cambiato schieramento investendo in Inghilterra e comprando 70 ettari di terreno nel 2016 con una proiezione di inserire sul mercato il nuovo marchio inglese spumantizzato in 5 anni.
Il campo di battaglia sarà il sud dell’Inghilterra nella zona costiera orientale ed occidentale a sud delle città di Birmingham e Norwick. Moderate da un clima mitigato dalla corrente della Manica, le regioni dell’Essex, Sussex, Kent, Hampshire e molte altre creano la English Wine Route in un percorso che si snoda tra spumanti metodo classico e vini aromatici non lasciando sgualcito alcun fianco per possibili attacchi e richieste di mercato.
E, mentre le bollicine di sua maestà aspettano di ricevere lo status di PDO (Protected Designation of Origin) per invadere in maniera organizzata i nostri mercati, andiamo a conoscere i generali di guerra e i loro schieramenti di questo spumante inglese.
Scopriamo i Produttori di Spumante Inglese
Il n° 1 dello Spumante Inglese: Nyetimber
Nyetimber è senza dubbio il nemico più organizzato delle fila inglesi con 17 ettari di vigna a disposizione e grandi vitigni tra le sue schiere come lo Chardonnay, il Pinot Noir e Meunier impiantati per la prima volta dai coniugi americani Stuart e Sandy Moss nel 1988. Cuveè Brut, Rosè e Millesimati si propongono sul mercato internazionale con prezzi vertiginosi per niente competitivi con le linee base delle Maison dello Champagne più conosciute, possibile un azzardo del genere?
La risposta mi viene data dopo l’apertura della Cuvée Brut 2009 con uve Chardonnay, Pinot Meunier e Pinot Noir. Il vino si presenta giallo dorato con uno stile deciso e bolle persistenti e fini, profumi che sfociano in aromi di cioccolato bianco e vaniglia, sentori freschi dal melone all’albicocca. Finale lungo e persistente, texture complessa e strutturata, possibile che siano così preparati?
Un altro eroe dello Spumante Inglese: Wiston Estate
Wiston Estate ha raccolto la medaglia d’oro dai giudici di The Drink Business nel 2018 e una valutazione di 92 punti da Robert Parker grazie al suo Cuvée Brut 2009. I loro 6 ettari di terreno su gentili colline di gesso del South Downs in Sussex vengono coltivati dal 2006 dalla famiglia Goring creando vini profondi e complessi, con sfumature di nocciola e cacao e una cremosità dei lieviti curata minuziosamente dalle mani del loro enologo irlandese Dermot Sugrue.
L'arma segreta dello Spumante Inglese è forse la Brexit?
Senza volerlo la Brexit sembra aver dato una mano a questa grande rivoluzione inglese facendo perdere alla sterlina il 20% del suo valore rendendo lo Champagne il 20% più costoso con un conseguente calo delle importazioni in Inghilterra. Considerando che il Regno Unito è da sempre il più grande centro commerciale europeo del vino, i mercati interni hanno preferito spostarsi su prodotti che la nazione offriva facendo degllo spumante inglese Sussex la punta di diamante della produzione anglofona. Il successo sembra essere alle porte con un record di vendite, nel 2016, che sfiora i 100 milioni di sterline.
Fermo restando che la passione britannica per il prosecco fa dell’UK il primo paese export per la bollicina metodo Charmat italiana, l’anno scorso, per la prima volta dopo 10 anni, si è verificato un calo di vendite del 7%.
Che sia questo un altro effetto collaterale della popolarità degli spumantizzati inglesi?
Improvviso, veloce e inaspettato come il D day (lo sbarco in Normandia), gli inglesi hanno iniziato ad attaccare le coste francesi, rubando popolarità alla monarchia frizzante cui fa capo lo Champagne. C’è chi dice che c’è un’aria di rivoluzione in corso, che il trono delle bolle inizierà a vacillare e gli inglesi, da sempre astuti strateghi, stanno facendo una silente ascesa per divenirne gli eredi.
E mentre la voglia di far rifornimenti frizzanti è sempre più agguerrita, da che parte vi schiererete voi?
Cresciuto a Valpolicella ed Amarone, Edoardo è un WSET Diploma Candidate. Ha vissuto e lavorato tra Berlino e la Borgogna come sommelier ed è tornando per mettere le proprie radici a Verona.
Attualmente – oltre che ricoprire il ruolo di educatore Degustibuss per Verona – lavora come Direttore di un Wine Retreat in Valpolicella, organizzando eventi legati al vino.