La Napa Valley è una regione relativamente giovane che in pochissimo tempo è diventata indiscutibilmente la regione più evoluta in termini di turismo vitivinicolo mondiale, nonché la regione simbolo del vino made in USA, nonché la culla di uno stile di Cabernet Sauvignon che ha conquistato (quasi) tutto il mondo.
Alla fine degli anni 60 si sviluppò in Napa Valley un’industria vitivinicola ambiziosa, specialmente in concomitanza con la fondazione dell’azienda Robert Mondavi a Oakville, azienda che rimane una delle bandiere assolute del vino Californiano. Nel ventennio successivo ci fu l’invasione di tanti imprenditori che i soldi non sapevano letteralmente dove metterli, e volevano seguire il sogno bucolico di produrre vino e vivere in campagna. Furono gli anni della svolta, dove grandi rossi fecero la comparsa nel mercato mondiale, con l’assoluta consacrazione del Judgement of Paris (1976) dove i vini californiani trionfarono ad un tasting alla cieca su nientepopodimento che i vini francesi.
The Valley rappresenta solo il 4% della produzione californiana ma ben il 50% del valore del vino al consumatore: non sorprende quindi che anche i vini provenienti dalle Sub-Ava debbano per forza riportare il brand “Napa Valley” in etichetta, essendo l’intera regione ad avere maggior peso comunicativo verso il consumatore: questo è il palcoscenico vinicolo su cui si affacciano gli spettatori di tutto il mondo. Napa Valley è spesso sinonimo di vini rossi da Cabernet Sauvignon o Zinfandel dal colore impenetrabile, concentratissimi, alcolici e opulenti: un vino che risalterebbe in una degustazione alla cieca. Non è un caso che lo stile californiano sia stato massivamente influenzato dai punteggi di Robert Parker o Wine Spectator, che per anni hanno favorito questa filosofia produttiva. Percorrere la Highway 29, l’autostrada che divide in due la vallata è stata un’esperienza impagabile per comprendere come le aziende vitivinicole di Napa abbiano fatto della vendita diretta al consumatore una vera e propria arte: design architettonico impressionante, accessibilità, ospitalità e servizio al cliente eccellenti.
La Valle è lunga 48 km e larga 8 ed ospita più di 18000 ettari vitati. È formata dal fiume Napa, le montagne Mayacamas a ovest e nord, e le Montagne Vaca a est con i vigneti posti nel fondovalle e sui due versanti, est e ovest. Mentre le Vaca la proteggono dal caldo torrido proveniente dalla Central Valley (entroterra), le Macayamas formano una barriera alla fresca aria proveniente dall’Oceano Pacifico, barriera che si interrompe però nei pressi della baia di San Pablo, a sud. Proprio da qui entra ogni mattina aria fredda e nebbia che copre le vigne, evitando che il caldo e il sole brucino i grappoli o rendano la maturazione troppo spinta. Questo fenomeno è fondamentale per la produzione di vini equilibrati in un clima altrimenti torrido, ed ovviamente alcune zone ne beneficiano maggiormente (Carneros, Coombsville, Oak Knoll) e possono crescere varietà come Chardonnay e Pinot Noir o dare Cabernet Sauvignon e Merlot di minor corpo. Più a nord, benchè le notti siano fresche, il clima diventa più caldo ed è qui che vengono prodotti i più iconici “Napa Cab”, corposi, tannici, rotondi e complessi: ribes nero, mora, prugna, liquirizia, chiodi di garofano e peperone. Le sub-AVA di riferimento sono Yountville AVA, Stags Leap District AVA, Oakville AVA e Rutherford AVA. Più a nord, St Helena AVA e Calistoga AVA non ricevono quasi alcun beneficio dalla baia e il clima si fa ancora più caldo: Cabernet Sauvignon e Merlot la fanno da padrone con Syrah, Petite Sirah e Zinfandel a coprire un ruolo marginale. Le AVAs sui versanti della vallata beneficiano dell’altitutine (fino a 800 m) invece che dell’influenza della nebbia, che rimane più bassa. Generalmente i vini sono più tannici e con maggiore acidità: Mount Veeder AVA, Atlas Peak AVA, Howell Mountain AVA, Spring Mountain District AVA e Diamond Mountain District AVA.
In teoria le vigne che si esprimono con maggior costanza qualitativa si trovano ai piedi delle colline. La posizione più elevata sarebbe in teoria più indicata per escursione termica, maggiore drenaggio del suolo e minore fertilità ma in California il controllo sull’uso del terreno è molto fiscale e quindi spesso non possono essere sfruttate queste posizioni più favorevoli. Il fatto che l’acquisto di uva o vino da parte delle cantine sia pratica più che comune, rende la posizione delle aziende ancora meno rilevante per un giudizio di stile o qualità.
Napa Valley: varietà a bacca rossa
Le varietà a bacca rossa sono decisamente più diffuse e il Cabernet Sauvignon la fa da padrone col 40% della produzione totale della Napa Valley che ne ha fatto la propria icona. Seguono impianti minori di Merlot, Pinot Noir, Zinfandel, Petit Verdot, Malbec, Cabernet Franc, Syrah e Petite Sirah. Alcuni dei Cabernet Sauvignon di maggior successo hanno produzioni limitatissime e hanno beneficiano di uno status di culto tale da essere venduti per singola bottiglia direttamente ai fortunati consumatori tramite mailing list (Screaming Eagle, Harlan/Bond Estate, Araujo, Grace Family, Colgin, Bryant Family). Questi vini vengono battuti a prezzi folli alle regolari aste benefiche americane.
Napa Valley: varietà a bacca bianca
Le varietà a bacca bianca della Napa Valley sono lo Chardonnay (Carneros) e il Sauvignon Blanc, con profili diversi a seconda del microclima e della posizione del vigneto: zone più fresche danno vini con più spiccata acidità, zone più calde favoriscono bianchi più fruttati (tipicamente melone, pompelmo, ananas e pesca). Mentre lo Chardonnay è quasi sempre fermentato e affinato in rovere (il trend è verso l’impiego sempre minore di legno), il Sauvignon Blanc è per lo più vinificato in acciaio e messo sul mercato giovane. Un’ eccezione è lo stile di Fumè Blanc (Mondavi).
Una selezione dei brand di maggior successo sembra impossibile, ma le seguenti sono imprescindibili realtà di assoluto riferimento: Screaming Eagle, Caymus Special Selection, Chateau Montelena, Cuvaison, Dalla Valle, Diamond Mountain, Dunn, Heitz Martha’s Vineyard, Hess Collection, Robert Mondavi Reserve, Newton, Rubicon Estate Winery, Joseph Phelps’, Stag’s Leap Wine Cellars, Shafer Vineyards, Silver Oak, Stony Hill, e le 2 joint venture bordolesi Dominus/Napanook e Opus One.
Lo stile dei vini di Napa si è evoluto significativamente negli ultimi decenni. Dai vini opulenti e concentrati, con grado alcolico elevato e scarsa acidità degli anni 80/90, frutto di raccolti ritardati e di maturazioni in legno nuovo con aromi di vaniglia, cocco e tostati in prima fila, lascia sempre più spazio a una ricerca (per quanto possibile in questo clima) di eleganza di stile. Si tende a raccogliere prima, accorciando il tempo di maturazione in legno (il legno nuovo rimane marchio di fabbrica). Le cantine di Napa sono all’avanguardia per quanto riguarda macchinari e tecnologie, pionieri con i selezionatori ottici e le vasche in cemento a forma di uovo per la fermentazione.
Mi lascia spesso perplesso lo snobbismo di tanti consumatori verso i vini californiani. Sono molto diversi da ciò che siamo abituati a bere quotidianamente ma hanno un preciso stile che rispecchia peraltro il terroir di produzione, si sanno comunicare e si sanno adattare ai trend di mercato. Il successo in tempi brevissimi lo testimonia e la qualità ed espressività continua a crescere…insomma consiglierei a tutti di andare a farsi un giro sulla magica Highway 29.
Quindici anni fa iniziava il suo viaggio nel mondo vitivinicolo con l’iscrizione ad Enologia e Viticoltura. Viaggio che lo ha portato in molti angoli del mondo. Non solo un lavoro, il vino, ma una passione totalizzante, nutrita con corsi sommelier, corsi WSET e tante, tante bottiglie.
Ama pensare al vino come un mezzo estetico per portare avanti il grande umanesimo di stampo contadino, che Gabriele considera vero fondamento della cultura italiana.